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Gli alberi che crescono nell’acqua

Le foreste di mangrovie, un prezioso ambiente naturale in cui vivono animali sorprendenti

Le foreste di mangrovie, gli alberi che crescono nell’acqua / © Day’s Edge Productions
27 aprile 2019
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In lingua Tamil, le foreste di mangrovie portano il nome di Alaithi Kadukal, che tradotto significa “la foresta che controlla le onde”. Ed è proprio questo quello che fanno. Quando uno tsunami colpisce queste aree, solo le coste che hanno mantenuto integre le foreste di mangrovie rimangono più o meno intatte. Da tempo si conosce l’opera di mitigazione degli effetti delle grandi onde che svolgono. Purtroppo, in molte aree quelle foreste di mangrovie sono state distrutte per far spazio ad alberghi sul mare e infrastrutture varie, annullando i benefici di questi eccezionali ambienti naturali. Negli ultimi 40 anni abbiamo perso a livello mondiale quasi la metà delle foreste. I dati erano così preoccupanti che dieci anni fa il WWF ha dato il via a una serie di progetti per fermare la perdita di queste zone geografiche. Il progetto più importante è stato creato in Madagascar, sul delta del fiume Tsiribihina, dove nell’arco di dieci anni sono stati ripiantati con il sostegno del WWF oltre 2,5 milioni di germogli di mangrovia. Nella sola area di Andranokaolo, nei pressi del villaggio di Kaday, sui dieci anni il rimboschimento ha interessato 340 ettari di mangrovieto. E in seguito a questi interventi, altri mille ettari si sono rigenerati naturalmente, perfino oltre i confini della zona inserita nel progetto.

Le foreste di mangrovie, un’associazione di diversi tipi di piante, tutte con la capacità di vivere con le radici “a mollo” nell’acqua salata, crescono in diversi luoghi del mondo, in Sudamerica così come in Africa e in Asia. Insieme alle barriere coralline le mangrovie costituiscono un ecosistema complesso, ricchissimo di specie ma, nello stesso tempo, molto delicato. E purtroppo anche sfruttato dall’uomo. Queste associazioni vegetali hanno sviluppato caratteristiche molto particolari per adattarsi a condizioni di vita impossibili per altre piante. Affondano le radici in acqua salata e devono anche “lottare” costantemente contro il moto ondoso e le maree. Per farlo le mangrovie hanno sviluppato delle radici aeree in grado di resistere alle trazioni ripetute e violente del mare in movimento. Un altro problema che queste piante devono affrontare è rappresentato dal fango in cui affondano le radici e dove è piuttosto difficile svolgere le normali funzioni respiratorie. Le mangrovie hanno “risolto” anche questo problema grazie agli pneumatofori, speciali ramificazioni aeree delle radici specializzate proprio nel ricavare ossigeno.

A “pesca” d’acqua dolce

Le foreste di mangrovie hanno una particolarità: le radici affondano nell’acqua. Le radici sommerse servono da filtro e “concedono” il passaggio solo della quantità di sale tollerata dalla pianta. Il sale viene poi eliminato da particolari ghiandole presenti nelle foglie che “sudano” acqua salata con una concentrazione salina addirittura superiore a quella del mare in cui vivono (41% contro il 35% circa). E se ancora non basta? Niente paura, per difendersi la pianta lascia cadere qualche foglia delle più vecchie, un po’ come fosse un contenitore per lo smaltimento del sale in eccesso! Le mangrovie hanno anche un ottimo sistema per l’immagazzinamento e la conservazione dell’acqua dolce che “catturano” dall’umidità dell’ambiente e dalle piogge.

Le mangrovie fanno parte dei 14 habitat fondamentali a livello mondiale e vanno protette. Diversi studi hanno dimostrato che i pesci piccoli, prima di diventare adulti, passano il loro tempo tra le radici delle mangrovie, dove sono protetti dai predatori. In alcuni casi è stato osservato come vari pesci si spostino da un habitat all’altro. In parole povere: meno foreste di mangrovie ci saranno a disposizione dei pesci, meno pesci potranno crescere e contribuire alla vita delle barriere coralline. Barriere coralline che a loro volta sono messe a dura prova dai cambiamenti climatici.

Creature delle foreste salate

In questi preziosi ambienti vive una ricca fauna costituita da diverse specie di mammiferi, uccelli, insetti e rettili. Uno più strambo dell’altro. Il perioftalmo è uno dei pesci più curiosi del mondo: vive fra le foreste di mangrovia dell’Asia tropicale ma, a differenza dei suoi simili che vivono sott’acqua, trascorre la maggior parte della sua esistenza nel fango in superficie. Ma non ha i polmoni! E allora come fa a respirare fuori dall’acqua? E come “cammina” se non ha le zampe? Lo stupefacente perioftalmo respira attraverso la pelle ma ricorre anche a un “trucco”: immagazzina l’acqua in speciali sacche spugnose poste vicino alle branchie. Questo perché la sua pelle deve sempre mantenere un sufficiente grado di umidità. Per spostarsi da una zona all’altra nell’intricato universo delle foreste di mangrovie, il perioftalmo si serve delle pinne (rinforzate da rigidi “raggi” ossei) ed è talmente bravo che pare se la cavi benissimo anche nella corsa e nei… saltelli!

Grande, grosso (è lungo in media sette metri), feroce e più che mai in pericolo, il coccodrillo marino è l’unico coccodrillo a prediligere l’acqua di mare e, più in generale, gli ambienti salmastri come gli estuari dei fiumi e le lagune. Si nutre in prevalenza di grossi pesci marini e d’acqua dolce, di uccelli acquatici e mammiferi, ma non disdegna far colazione con il bestiame domestico che sorprende all’abbeverata sulle rive dei fiumi. L’assalto del coccodrillo marino è micidiale per potenza e rapidità: avvistata la preda intenta a dissetarsi il rettile la raggiunge in un baleno, poi l’afferra saldamente con i denti aguzzi trascinandola sul fondo dell’acqua per inghiottirla. Mamma coccodrillo custodisce con cura il nido dove ha deposto le uova e, una volta schiuse, si occupa dei piccoli coccodrilli a lungo proteggendoli dai pericoli. I piccoli coccodrilli a differenza degli adulti si nutrono per lo più di insetti, piccoli pesci e crostacei.

La nasica: questa curiosa scimmia dal naso “gigante” vive nelle foreste costiere di mangrovie e in quelle interne pluviali del Borneo. È una specie prevalentemente arboricola che trascorre le ore del giorno alla ricerca di cibo: foglie tenere, fiori e frutti di diverse piante, ritirandosi poi per la notte sui rami delle mangrovie. Oltre al naso “a proboscide” la nasica è caratterizzata da un cappuccio rosso sul capo, da una folta “barba” bianca sul volto, da una pelliccia rosso mattone sul dorso che sfuma sino a diventare grigia sulle parti inferiori del corpo. È un’ottima nuotatrice e può restare sott’acqua anche per mezzo minuto! La nasica vive in gruppi che possono variare da una decina di esemplari fino a 40 individui.