Sul Pianeta ci sono molte foreste tropicali, le più vaste si trovano nell’Africa centrale, in Amazzonia e in Indonesia
Sul Pianeta ci sono molte foreste tropicali, le più vaste si trovano nell’Africa centrale, in Amazzonia e in Indonesia. Sulla cartina geografica si può vedere che le foreste tropicali circondano la terra come una fascia. Crescono nelle zone torride, a temperature omogenee. Nel corso dell’anno quindi il clima è costantemente umido e caldo. Per questo motivo nelle foreste vergini alcune piante sono in fiore mentre altre, vicine, portano già i frutti.
Dal basso verso l’alto si possono distinguere tre livelli: in basso, sul terreno vivono numerosi insetti, termiti e animali che si cibano di insetti. È un habitat piuttosto scuro e umido, caratterizzato da un intrico di piante. Al livello medio crescono oltre 700 specie di alberi, in Svizzera se ne contano all’incirca 70. Gli alberi sono molto alti. Il livello superiore, quello delle chiome degli alberi, si trova a 50 metri dal suolo. Alcune piante, come il noce del Parà, crescono fino a 60 metri di altezza. Nei nostri boschi invece gli alberi sono alti dai 30 ai 35 metri. La maggior parte degli animali vive proprio qui e non sul terreno. Ci sono persino animali che non scendono mai a terra. Gli animali che vivono sugli alberi si sono adattati al loro ambiente. Molti mammiferi, come per esempio le scimmie, hanno sviluppato una “quinta mano” per arrampicarsi, costituita dalla coda prensile.
Nelle foreste tropicali vive la metà delle specie animali e vegetali del Pianeta. Su un’area estesa come un campo da calcio, crescono 200 specie arboree, 20 volte in più di quelle che vivono su un’area altrettanto estesa di un bosco svizzero. I numerosi animali della foresta tropicale si vedono raramente, poiché sono ben mimetizzati o attivi solo di notte. Da secoli, piante e animali selvatici sono fonte di cibo, medicine, materiali da costruzione e gioielli per l’essere umano. Se la foresta fosse sfruttata in aree determinate e limitate – dove è in grado di rigenerarsi in modo naturale – non sorgerebbero problemi di alcun tipo. Ma in questi ultimi cento anni, la foresta è stata sempre più seriamente minacciata. Ogni secondo viene distrutta un’area vasta quando un campo da calcio. Gli alberi vengono abbattuti per ricavarne legname o legna da ardere e per far posto alle coltivazioni. Le società minerarie inoltre scavano il suolo per estrarre alluminio, metalli preziosi, minerali e petrolio. In questo modo così brutale la foresta non è capace di rigenerarsi.
La foresta ospita oltre 300 varietà di colibrì o uccelli mosca. Il più piccolo pesa appena due grammi. Riescono a battere le ali in modo rapidissimo, fino a 80 colpi al secondo, sono in grado di rimanere fermi in aria e, addirittura, di volare all’indietro. Il loro becco ha forme diverse in base ai fiori da cui succhiano il nettare.
Il fico del Bengala prospera in tutte le foreste tropicali: si attacca agli alberi ed emette radici aeree che scendono fino a terra. Con il passare del tempo le radici e i rami di questo fico stringono talmente forte la pianta ospite (strangolano letteralmente la pianta), da farla morire.
Quasi tutti gli animali della foresta tropicale vivono sugli alberi, persino le rane. Trovano le loro pozze d’acqua piovana nella rosetta delle foglie delle bromelie, piante che crescono per lo più sugli alberi. Delle innumerevoli varietà di rane, la famiglia più estesa è rappresentata dai dendrobati, o rane tintorie. La loro pelle variopinta secerne un veleno mortale: una protezione contro i nemici come parassiti, germi e funghi. Gli indios usano da tempi immemorabili il veleno di queste rane per coprire le frecce che lanciano con la cerbottana durante la caccia.
Le rane dendrobati, avendo la pelle molto colorata, attirano l’attenzione dei loro predatori avvertendoli che sono pericolose e facendoli desistere dall’attaccarle. Altri animali, pur non essendo pericolosi, hanno tratto profitto dal segnale d’allarme costituito dai colori. La locusta ha escogitato un altro espediente per proteggersi dagli avversari. Il suo aspetto imita, in tutto e per tutto, una foglia, sfuggendo quindi allo sguardo dei suoi nemici. Questo “travestimento” viene chiamato mimetizzazione.
Il cercoletto giallo è l’unico animale predatore che possiede una coda prensile, spesso più lunga del suo corpo. Una curiosità: la lingua del cercoletto giallo è lunga dodici centimetri e gli serve per leccare il nettare dei fiori.
Come fanno gli alberi a diffondersi e perché non crescono solamente vicino a dove cadono i loro semi? Nelle foreste vergini dell’Africa centrale vivono i gorilla di pianura che si nutrono in prevalenza di frutti. I semi tuttavia non vengono digeriti, ma espulsi con le feci. I gorilla cambiano ogni volta il posto in cui dormono e quindi contribuiscono a propagare i semi degli alberi in regioni distanti tra loro.