SVIZZERA

Botta e risposta sull’iniziativa ‘responsabilità ambientale’

Il Consiglio federale scende in campo, chiedendo di bocciarla. I Giovani Verdi argomentano in nome delle ‘generazioni future’

Si vota il 9 febbraio
(Keystone)
9 gennaio 2025
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Una proposta eccessiva che avrebbe conseguenze gravi per l'economia e la società. Così ha descritto oggi il consigliere federale Albert Rösti l'iniziativa per la responsabilità ambientale, che raccomanda a nome del Governo di respingere, al voto il 9 di febbraio.

L'iniziativa popolare chiede che l'economia svizzera operi entro i limiti posti dalla natura, ovvero che le attività economiche della Svizzera possano consumare risorse ed emettere sostanze nocive soltanto nella misura in cui le basi naturali della vita siano conservate. Stabilisce inoltre che questo obiettivo debba essere raggiunto mediante l'adozione di misure socialmente sostenibili, in Svizzera e all'estero, entro un periodo transitorio di dieci anni. Trascorso questo termine, l'impatto ambientale dei consumi interni non dovrà superare i limiti del pianeta tenendo conto del rapporto tra la popolazione svizzera e quella mondiale.

Il Consiglio federale e il Parlamento riconoscono la necessità di preservare le risorse, ha affermato davanti ai media il "ministro" dell'Ambiente, tanto che si impegnano da decenni in quest'ambito. "Acqua pulita, aria fresca e un suolo fertile sono importanti, sono la base della vita e noi ce ne prendiamo cura", ha spiegato il consigliere federale bernese. Ma la Svizzera, ha puntualizzato, è molto di più. "La nostra economia è fiorente, mentre la sostenibilità del nostro Paese poggia su ecologia, economia e socialità", ha aggiunto, specificando che questi elementi hanno "portato stabilità e prosperità al Paese".

A rischio modello di successo

A detta di Rösti, un "sì" all'iniziativa dei Giovani Verdi metterebbe a rischio questo modello di successo. L'ecologia e le questioni sociali sarebbero più importanti dell'economia e del benessere della popolazione. Pur riconoscendo che le risorse naturali debbano essere protette, l'iniziativa avrebbe gravi conseguenze per la popolazione e l'economia, ha messo in guardia il "ministro" democentrista, secondo cui per rispettare l'iniziativa "i consumi dovrebbero diminuire di tre volte".

La drastica riduzione dell'impatto ambientale della Svizzera propugnata dall'iniziativa richiederebbe inoltre una messe di regolamenti e divieti che sfocerebbero in cambiamenti radicali nello stile di vita delle persone. I consumi verrebbero limitati nei settori dell'alimentazione, della casa, dell'abbigliamento e della mobilità, ha spiegato a nome del Governo. Le restrizioni imposte avrebbero un impatto anche sui viaggi, sulle attività del tempo libero e sulle vacanze. "Dovremmo insomma rinunciare al tenore di vita cui siamo abituati", stando a Rösti.

I prodotti e i servizi destinati al mercato svizzero sarebbero inoltre soggetti a requisiti più severi di quelli in vigore all'estero, ha poi aggiunto il responsabile del Dipartimento federale dell'ambiente, avvertendo che l'economia ne risulterebbe indebolita. Molte aziende dovrebbero infatti adattare la loro produzione o abbandonare alcuni prodotti. Di conseguenza, il mercato elvetico potrebbe diventare meno attraente, obbligando le aziende ad andarsene.

Redditi bassi sfavoriti

Oltre alla perdita di posti di lavoro, ha sostenuto Rösti, molti beni di consumo quotidiano diventerebbero più cari, ciò che colpirebbe soprattutto le persone con redditi modesti. Infine, sarebbe impossibile mitigare gli effetti dell'iniziativa senza gravare sul bilancio dello Stato; il termine di dieci anni è troppo breve per attuare le misure necessarie.

Fra l'altro, ha chiosato Rösti, la Costituzione contiene già disposizioni per incoraggiare lo sviluppo sostenibile, tenendo conto degli interessi della popolazione e dell'economia. La Svizzera è impegnata anche a livello internazionale nella protezione delle risorse naturali, ha specificato.

‘Futuro dignitoso’

Anche i Giovani Verdi hanno lanciato la campagna. Il nostro sistema economico attuale sta accelerando enormemente il riscaldamento globale, ciò che avrà gravi ripercussioni sulle generazioni future, hanno affermato giovedì in una conferenza stampa a Berna.La richiesta di un cambiamento fondamentale del sistema economico “è evidente alla luce degli attuali disastri naturali, come le inondazioni e lo scioglimento dei ghiacciai", ha esordito davanti Magdalena Erni, copresidente dei Giovani Verdi. Erni ha parlato anche dell'angoscia che attanaglia i giovani di fronte alla crisi climatica che stiamo vivendo.

Per l'altra copresidente del partito, Margot Chauderna, al fine di garantire un "futuro dignitoso" alle prossime generazioni dobbiamo adottare "misure coerenti per garantire che la nostra economia smetta di distruggere l'ambiente". Per Yves Batardon di Uniterre, associazione che rappresenta i piccoli contadini, va considerata anche la qualità della vita, e non solo il profitto. Dello stesso parere pure il consigliere nazionale Christophe Clivaz (Verdi/VS), secondo cui la salute è un elemento importante per sentirsi sicuri.

I costi ‘occulti’

Il cambiamento climatico ha infatti un impatto non trascurabile sulla salute, ha aggiunto Valérie D'Acremont, medico ed epidemiologa, che ha parlato di malattie tropicali ormai diffuse anche fra di noi a causa dell'arrivo di insetti, come la zanzara tigre.

A detta del consigliere nazionale Hasan Candan (PS/LU), le grandi imprese sono interessate solo a massimizzare i profitti a scapito dell'ambiente e della popolazione. A suo avviso è perciò necessario passare a un sistema economico che garantisca un'equa distribuzione delle risorse naturali in cui regni il principio "chi inquina paga". "Se non agiamo subito, i costi associati al clima, all'ambiente, alla biodiversità e alla salute raggiungeranno il 15-20% del PIL entro il 2050", ha messo in guardia il biologo di formazione. Ciò significa che per i primi due mesi dell'anno lavoreremo solo per pagare i costi dei danni ambientali causati principalmente dalle grandi imprese, ha sottolineato.

L’iniziativa

Con la loro iniziativa, i giovani ecologisti vogliono che tutte le attività economiche in Svizzera si sviluppino rispettando i limiti naturali della Terra, ovvero soglie che, se oltrepassate, metterebbero in pericolo anche la vita umana. I limiti concernono sei ambiti: clima, biodiversità, consumo d'acqua, utilizzo del suolo, inquinamento atmosferico e apporto di azoto e fosforo. Anche le importazioni dovrebbero venire prese in considerazione. L'iniziativa mira a una uscita dalle energie fossili. Le conseguenze dei mutamenti climatici e di altre crisi ambientali, innescate da pratiche economiche senza limiti, stanno già minacciando le basi della vita sul nostro pianeta, stando ai promotori dell'iniziativa. Fra gli altri, l'iniziativa popolare viene sostenuta dalla Gioventù socialista, da deputati del PS, dai Verdi e dall'organizzazione ambientalista Greenpeace.