Svizzera

Ambientalisti (quasi) fuori dalle zone edificabili

Dopo il Nazionale, anche il Consiglio degli Stati vuole impedire alle organizzazioni di ricorrere contro abitazioni di superficie inferiore ai 400 m2

Più nessun ricorso ‘verde’ all’interno delle zone edificabili: così vuole la maggioranza del Consiglio degli Stati
(Keystone)
9 settembre 2024
|

Il diritto di ricorso delle organizzazioni di protezione dell'ambiente in merito alla costruzione o ristrutturazione di abitazioni di minore importanza va limitato. Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati per 30 voti a 14, andando più lontano però rispetto al Nazionale per quanto riguarda la revisione della legge sulla protezione della natura e del paesaggio. Il dossier ritorna alla Camera del popolo per le divergenze.

Secondo la legislazione attualmente in vigore, le organizzazioni in questione sono legittimate a ricorrere contro determinati progetti in caso di sospetta violazione di disposizioni federali in materia ambientale. In tal modo possono far verificare da un giudice la conformità alla legge di un progetto.

L’iniziativa Bregy

Secondo il consigliere nazionale Philipp Matthias Bregy (Centro/VS) - che ha depositato una iniziativa parlamentare poi sfociata nella revisione legislativa citata - nel caso di edifici abitativi di minore importanza non è tuttavia giustificabile che le organizzazioni di protezione dell'ambiente possano fare ricorso. Dal suo punto di vista, i cittadini che desiderano costruire una casa all'interno della zona edificabile devono partire dal principio che queste associazioni non presenteranno ricorso.

Il disegno di legge prevede quindi di non più riconoscere il diritto di ricorso a queste associazioni per gli edifici abitativi di una superficie inferiore a 400 m2 (all'interno di zone edificabili). Oggi in aula, la maggioranza ha sostenuto che il progetto non tange il diritto sostanziale, confidando pienamente nel fatto che le autorità comunali e cantonali sapranno soppesare in modo accurato e corretto gli interessi in causa.

‘Miglior equilibrio’

Per Fabio Regazzi (Centro/TI), presidente dell'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) come ha voluto precisare all'inizio del suo intervento, si tratta di stabilire un migliore equilibrio di potere fra i privati e le organizzazioni ambientaliste, visto che queste ultime dispongono di risorse ben più importanti con le quali ritardare progetti di costruzione in zone edificabili. I ricorsi delle associazioni, a suo avviso, ritardano anche quei piccoli progetti che promuovono le energie rinnovabili.

Per gli avversari della modifica legislativa - campo rosso-verde ma anche diversi esponenti "borghesi", come Heidi Z'Graggen (Centro/UR) - la restrizione in discussione è inutile poiché la maggior parte dei ricorsi è inoltrata da vicini, e non dalle organizzazioni ambientaliste. Oltre a ciò, hanno sostenuto, non solo il numero di ricorsi è limitato rispetto alle migliaia di progetti di costruzione inoltrati alle autorità, ma molto spesso vengono accolti dai tribunali. Ciò significa, a loro avviso, che le associazioni ci pensano due volte prima di attivarsi e, quando lo fanno, hanno in mano elementi concreti per farlo, tanto che sovente ottengono ragione dai tribunali.

Più severi del Consiglio nazionale

Nonostante queste riflessioni, il plenum ha respinto per 30 voti a 14 una proposta di non entrata nel merito presentata dal campo rosso-verde. La sinistra ha dovuto anche "ingoiare" due proposte della maggioranza della commissione preparatoria riguardanti la legittimità a ricorrere, invise anche al "ministro" dell'ambiente, Albert Rösti, e divergenti rispetto al progetto accolto dal Consiglio nazionale.

In particolare, la maggioranza ha stabilito che le organizzazioni possono ricorrere contro progetti da realizzarsi in siti costruiti d'importanza nazionale, invece di siti costruiti importanti. Per la minoranza, tale divergenza rispetto al Nazionale esclude senza motivo Cantoni e Comuni. Oltre a ciò, la maggioranza si è detta d'accordo nel garantire il diritto di ricorso per le costruzioni in biotopi di importanza nazionale, regionale o locale. Tuttavia, rispetto alla versione del Nazionale, difesa dalla minoranza rosso-verde e da Rösti, viene escluso anche lo spazio riservato alle acque.

Per Céline Vara (Verdi/NE), una simile esclusione è antiscientifica poiché, a causa del riscaldamento climatico, in futuro assisteremo a precipitazioni sempre più frequenti e violente, come accaduto di recente in Vallese, Grigioni e Ticino, per non parlare degli effetti negativi sulla flora e la fauna che vive nei pressi dei corsi d'acqua. Insomma, a detta dell'esponente ecologista, apportando simili modifiche, la maggioranza non fa altro che piegarsi agli appetiti della lobby delle costruzioni.