A dirlo la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio degli Stati: ‘Farlo metterebbe a repentaglio l'autonomia dei programmi’
La Società svizzera di radiotelevisione (Ssr) non va sottoposta al Controllo federale delle finanze come propone un'iniziativa parlamentare dell'ex consigliere nazionale del Centro Marco Romano. Per la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio degli Stati, i meccanismi di controllo esistenti sono sufficienti.
Per la Commissione, spiega una nota odierna dei servizi parlamentari, sottoporre la Ssr al Controllo federale delle finanze potrebbe "addirittura mettere a repentaglio l'autonomia dei programmi garantita dalla Costituzione".
Una minoranza della commissione proporrà in ogni caso al plenum di dare seguito all'iniziativa Romano, già approvata dal Consiglio nazionale. Alla luce dell'importo delle tasse versate annualmente all'ente radiotelevisivo nazionale, è opportuno sottoporre quest'ultimo al Controllo federale delle finanze.
Il 5 marzo scorso, il Nazionale aveva approvato l'iniziativa per 111 voti a 77 e 5 astenuti. In aula, il presidente del Centro, Gerhard Pfister, aveva sostenuto che la Ssr, al pari di altre organizzazioni a cui la Confederazione ha affidato l'adempimento di compiti pubblici, dovrebbe essere sottoposta al Controllo federale delle finanze. A suo parere è "nell'interesse della Ssr avere un controllo finanziario indipendente".
Si tratta di una questione di trasparenza, che è importante poiché la Ssr riceve finanziamenti pubblici, gli aveva fatto eco il democentrista zurighese Gregor Rutz: l'azienda di servizio pubblico riscuote infatti più di un miliardo di franchi all'anno di canone.
Secondo la sinistra, invece, le attuali disposizioni in materia di vigilanza finanziaria della Ssr non comportano lacune flagranti; il fatto di sottoporre la Ssr al Controllo federale delle finanze sarebbe problematico in termini di indipendenza. Secondo Pfister, invece, l'indipendenza giornalistica non sarebbe minacciata. I media privati che ricevono una parte del canone sono già soggetti al Controllo federale delle finanze, aveva spiegato il consigliere nazionale di Zugo. Inoltre, anche altri organismi indipendenti, come i tribunali, ne sono sottoposti.