assemblea a Bürglen

Udc: ‘No alla 13esima Avs, ma sì al pensionamento a 66 anni’

La discussione sulle pensioni è stata vivace, con tante opinioni diverse, ma la maggiorana è stata netta. A dire no anche Parmelin e Rösti

Alla fine vince il no
(Keystone)
28 gennaio 2024
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Riuniti ieri a Bürglen (Ur), i delegati dell'Udc hanno deciso le loro raccomandazioni di voto in vista delle votazioni federali del 3 marzo: i democentristi dicono "no" alla 13esima Avs, ma "sì" all'iniziativa dei Giovani Plr per l'innalzamento dell'età pensionabile a 66 anni e oltre.

La discussione sulle pensioni è stata vivace e i circa 350 delegati presenti hanno espresso opinioni diverse, in particolare sull'iniziativa "Per una previdenza vecchiaia sicura e sostenibile (Iniziativa sulle pensioni)" dei Giovani liberali-radicali. Il testo chiede che l'età pensionabile venga portata a 66 anni per tutti e che l'aumento sia legato all'aspettativa di vita.

Il consigliere nazionale Thomas de Courten (Bi) ha invitato a respingere il testo in quanto troppo rigido. "Un professore vive più a lungo di un falegname", ha dichiarato il democentrista basilese. Diverse persone hanno inoltre sottolineato che i problemi di finanziamento dell'Avs potrebbero essere risolti se la Confederazione spendesse meno soldi per i rifugiati e l'aiuto allo sviluppo.

Dal canto suo la presidente dei Giovani Udc di Basilea Campagna Nicole Roth, ha definito obsoleto l'attuale sistema pensionistico. "Se non agiamo, l'Avs farà fallimento. L'iniziativa sulle pensioni potrebbe essere l'inizio di una soluzione. Anche l'ex consigliere federale Christoph Blocher ha invitato a sostenere il testo.

Alla fine, i delegati hanno approvato l'iniziativa popolare con 216 voti favorevoli, 102 contrari e 2 astensioni. Hanno così seguito la raccomandazione del comitato direttivo del partito, che aveva invitato a votare sì con 31 voti contro 24.


Keystone
Parmelin e Rösti fra i contrari

Udc dice "no" alla 13esima Avs

Oggi i democentristi - con 301 voti favorevoli, 34 contrari e 13 astensioni - hanno pure raccomandato di respingere l'iniziativa "Vivere meglio la pensione (Iniziativa per una 13esima mensilità Avs)", il prossimo 3 marzo.

Per la maggioranza dei delegati, la proposta lanciata dall'Unione sindacale svizzera (Uss) è troppo costosa: stando a un comitato "borghese" composto da rappresentanti dell'Udc, ma anche Plr, Centro e Verdi liberali, se accolta, la proposta costerebbe 5 miliardi di franchi all'anno.

Sebbene il risultato emerso oggi a Bürglen sia netto, il partito appare tuttavia diviso sulla questione. La trentina di voti a favore è giunta oggi dalle sezioni della Svizzera francese e del Ticino. Ad intervenire oggi a sostegno del progetto è stato ad esempio il consigliere nazionale Jean-Luc Addor: "siamo il partito del popolo", ha dichiarato il vallesano. "I pensionati hanno diritto a una rendita che permetta loro di vivere in modo dignitoso, e noi glielo dobbiamo", ha aggiunto davanti ai delegati il 60enne.

Parmelin e Rösti contrari

A dire "no" sono stati anche i due consiglieri federali Udc. Il "ministro" dell'economia Guy Parmelin, davanti ai delegati, ha ribadito che la Confederazione si vedrebbe costretta a risparmiare altrove, qualora dovesse versare un contributo maggiore a favore dell'Avs.

Mentre il responsabile del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (Datec) Albert Rösti ha dichiarato che votare contro l'iniziativa significa votare nell'interesse della classe media e dei più anziani.

Daniel Lampart, primo segretario e capo economista dell'Uss, è stato invitato all'assemblea per difendere l'iniziativa. "Per la prima volta, i problemi legati al potere d'acquisto riguardano anche la classe media", ha affermato. "Queste persone si aspettano che la politica faccia qualcosa per loro" e "le risorse per una mensilità in più sono disponibili", ha chiosato Lampart.

Chiesa, democrazia e indipendenza compromesse

Durante l'assemblea presidente dell'Udc Marco Chiesa si è nuovamente espresso contro qualsiasi legame istituzionale tra la Svizzera e l'Ue. Questo seppellirebbe la democrazia diretta e porterebbe a un'ulteriore immigrazione.

Nel discorso rivolto ai delegati del partito, il consigliere agli Stati ticinese ha definito i nuovi negoziati tra Berna e Bruxelles come "una messa in scena". Il popolo viene preso in giro, ha detto, perché il nuovo mandato negoziale è solo "vino vecchio in botti nuove".

Con un legame istituzionale, la Svizzera dovrebbe "seppellire la sua indipendenza e la sua democrazia diretta", poiché il diritto di referendum raggiungerebbe i suoi limiti, ha detto Chiesa. Anche l'immigrazione continuerebbe ad aumentare. "Signore e signori, vogliono esautorarvi".