Svizzera

Dossier elettronico del paziente, un ‘no’ e molte critiche

L’Udc vede una violazione della privacy. In tanti si chiedono: non sarebbe meglio che lo gestisca un servizio centralizzato?

Una storia tormentata
(Keystone)
20 ottobre 2023
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Berna – Il Consiglio federale vuole accelerare le procedure relative alla cartella informatizzata del paziente (CIP) procedendo a una revisione totale dell'omonima legge. Partiti e professionisti del settore sanitario si chiedono se non sia meglio delegare la gestione dei dati a un servizio centralizzato, piuttosto che alle otto società di gestione incaricate attualmente.

Altri punti sottoposti alla revisione sono meno controversi, fatta eccezione per l'opposizione dell'UDC, come è emerso dalla consultazione che si è conclusa ieri.

Ben accolta la clausola dell’‘opt-out’

Stando alle risposte prese in considerazione da Keystone-ATS, la maggioranza degli intervistati è d'accordo sul fatto che la CIP debba essere portata avanti, così come sull'eventualità di mettere a disposizione i dati raccolti alla ricerca, in forma anonima. A essere poco contestato è anche l'obbligo per tutti i fornitori di prestazioni sanitarie di disporre di siffatte cartelle mediche.

La maggior parte degli attori coinvolti approva la creazione automatica e gratuita di un dossier elettronico per tutte le persone coperte dalla cassa malati obbligatoria. Ben accolta è anche la possibilità per un paziente di opporsi alla creazione del documento digitale (opt-out): anche in questo caso l'unica resistenza arriva dall'UDC, che non approva la registrazione nel sistema dei denominativi di chi si oppone.

CDS a favore della gestione centralizzata

Minor consenso è emerso in relazione alle otto società di gestione della CIP, che il Consiglio federale intende finanziare fino all'entrata in vigore della revisione della legge sulla cartella informatizzata del paziente.

Tra chi vi si oppone si trova ad esempio la Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS), che suggerisce un approccio centralizzato e uniforme, attraverso la fusione delle sopracitate società. La CDS chiede linee guida chiare qualora ciò non si realizzasse.

L'associazione mantello delle casse malati Santésuisse sostiene il principio di finanziamento secondo cui i Cantoni pagano quanto la Confederazione: a suo avviso, finanziare la CIP su base forfettaria contribuirebbe alla sua diffusione, nonché all'efficienza dei costi tra le società.

La Federazione dei medici svizzeri (FMH) chiede una prova rapida e concreta dell'utilità della cartella informatizzata. Deplora il fatto che la bozza della revisione non contenga quasi alcun incentivo all'uso volontario della CIP, ma piuttosto sanzioni sproporzionate contro i fornitori di prestazioni che non vi aderiscono. La FMH è inoltre dell'avviso che il concetto di accesso ai dati è troppo complicato per il pubblico, e che i medici dovrebbero essere liberi di scegliere la comunità di riferimento a cui aderire, nonché essere remunerati per i loro sforzi.

UDC contraria

I democentristi si oppongono fermamente alla revisione proposta dal governo, ritenendo che la bozza sia una concezione assolutista dello Stato che mina la libertà individuale. L'UDC ritiene inoltre che l'impopolare e mal concepita CIP venga imposta con la forza.

Finché nella bozza sarà mantenuto l'opt-out con iscrizione in un registro degli oppositori, il partito borghese rifiuterà categoricamente qualsiasi modifica alla legge. Attraverso una lista di tale genere, che verrebbe conservata dai Cantoni, le persone che rifiutano una richiesta potrebbero essere messe alla gogna pubblicamente. Il partito ribadisce che tutti hanno diritto alla protezione dei propri dati personali.

Accesso facilitato

Il Partito socialista sostiene che la CIP debba essere di facile accesso, disporre dei più alti standard di sicurezza e i dati risultare di facile comprensione per i pazienti. Per questo motivo è necessario valutare se le organizzazioni di pazienti possano offrire tale servizio attraverso un mandato di servizio. Secondo il PS, non è necessario avere più comunità di riferimento, perché ciò non farebbe altro che aumentare la concorrenza e far lievitare i costi.

L'Alleanza del Centro accoglie con favore la chiara divisione delle responsabilità tra Confederazione e Cantoni, ma dubita che la revisione raggiunga questo obiettivo. I Cantoni probabilmente opterebbero per una comunità di riferimento regionale e quindi sorge la questione se gli operatori nazionali rimarranno attuabili.

I Verdi si rammaricano che la bozza non elimini il difetto essenziale della CIP, che a loro avviso è il sistema delle comunità di riferimento. Essi ritengono necessaria una centralizzazione.

I Verdi liberali chiedono che la cartella informatizzata del paziente sia orientata all'utente, piuttosto che introdurre una modifica del modello attuale. La bozza di revisione è al massimo un incentivo alla riflessione.