Non piace alla Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità l'idea ventilata dal presidente di Santésuisse
La Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità non vuole cedere la gestione degli ospedali alla Confederazione. Stando al presidente della Conferenza, Lukas Engelberger, l'Amministrazione federale è lontana dalla quotidianità delle cure.
«La Confederazione dovrebbe creare strutture e acquisire le competenze necessarie», ha continuato Engelberger in un’intervista al SonntagsBlick, nonché «pagare le cure ospedaliere stazionarie, per le quali i Cantoni attualmente sostengono più della metà dei costi».
Tuttavia, il presidente della Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità ammette che i Cantoni devono migliorare la loro pianificazione e collaborare più strettamente. Ha poi sottolineato che il numero di ospedali, più volte criticato, non è il fattore decisivo e che a esserlo è invece l'efficienza dell'organizzazione delle medesime strutture.
Un numero di trattamenti medici «superiore alla media» è stato osservato, ad esempio, nei cantoni di Basilea Città e Basilea Campagna, dove viene applicata una pianificazione ospedaliera congiunta. La Conferenza ha cercato di limitare i mandati di servizio e alcune misure sono state portate in tribunale. «La Confederazione si troverebbe ad affrontare lo stesso tipo di esperienza se si occupasse della pianificazione ospedaliera», afferma Engelberger.
Mercoledì scorso, 27 settembre, Martin Landolt, presidente dell'associazione delle casse malati Santésuisse, aveva ventilato l'ipotesi di trasferire la pianificazione ospedaliera dai Cantoni alla Confederazione. A suo avviso, i conflitti di interesse che i Cantoni si trovano ad affrontare impedirebbero loro di procedere in modo efficiente.