La palla passa ora al Nazionale, che dovrà esprimersi prossimamente sul dossier. La possibilità è di investire per il clima oltre 4 miliardi di franchi
Entro sette anni le emissioni di gas serra dovranno essere dimezzate rispetto al valore registrato nel 1990. È quanto prevede la revisione della legge sul CO², approvata dal Consiglio degli Stati senza opposizioni. La palla passa ora al Nazionale, che dovrà esprimersi prossimamente sul dossier.
Elaborato dopo il no incassato in votazione popolare nel giugno 2021, il progetto governativo si riallaccia alla vigente legge, prorogata dal Parlamento fino al 2024, e prevede misure per il periodo dal 2025 al 2030.
Il progetto consente alla Confederazione di investire negli anni in questione complessivamente circa 4,1 miliardi di franchi nella protezione del clima. L'aliquota di 120 franchi per tonnellata di CO² rimane invariata, ma non ci saranno nuove tasse.
Nella giornata di giovedì si è svolta la seconda parte del dibattito, interrotto per raggiunti limiti di tempo lunedì sera. Restavano alcuni punti combattuti da passare in rassegna: per esempio il plenum, sconfessando il Consiglio federale, ha scelto di respingere il sostegno finanziario per le infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici in edifici con più unità abitative, presso le aziende o nei parcheggi pubblicamente accessibili.
La messa a disposizione di tali infrastrutture è un compito che spetta ai privati, ha detto a nome della maggioranza il relatore commissionale Damian Müller (Plr). Una minoranza di sinistra ha tentato di fare muro, ma è stata sconfitta per 25 a 10.
Circa la tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni per gli autocarri a propulsione elettrica, i "senatori" non hanno voluto modificare la normativa in vigore, al contrario dell'esecutivo, che aveva inserito un'esenzione dall'imposta per i veicoli elettrici fino al 31 dicembre 2030.
Ai veicoli elettrici o alimentati con carburanti rinnovabili dovrebbe venire applicata una riduzione differenziata in funzione della tecnologia impiegata, ha dichiarato dal canto suo Martin Schmid (Plr/Gr), esponendo una terza formulazione possibile, battuta però in fase di voto 27-11. Il governo già tuttora ha la possibilità di esentare i mezzi elettrici e a idrogeno dal pagamento della tassa, ha ritenuto la maggioranza.
Inoltre, questa volta seguendo il governo, gli Stati hanno deciso di sopprimere entro il 2026 le agevolazioni fiscali previste per l'imposta sugli oli per gli autobus a motore diesel impiegati nel trasporto pubblico. Anche in questo settore bisognerà dunque intraprendere una transizione verso l'elettrico.
Alla fine, al momento del voto d'insieme, il progetto è stato approvato per 34 a 0. Ci sono tuttavia state due astensioni dai ranghi dei Verdi, che auspicavano maggiore severità su taluni aspetti del disegno.
Tre giorni fa erano già stati trattati vari altri punti salienti della legge. Ad esempio, la Camera dei Cantoni ha stabilito che la riduzione delle emissioni dovrà farsi per due terzi in Svizzera e per un terzo all'estero. Circa i valori obiettivo di CO² applicabili alle nuove automobili, nel 2030 le emissioni delle vetture, in riferimento al valore di base determinante per il 2021, non dovranno eccedere il 45%.
Inoltre, non verrà più considerato il peso dei mezzi nuovi negli obiettivi relativi ai parchi veicoli. In questo modo si vuole abolire il falso incentivo che porterebbe a importare auto particolarmente pesanti. L'obbligo di compensazione per gli importatori di carburante, che scade alla fine del 2024, sarà mantenuto e verrà aumentata al 90% la quota massima di emissioni di CO² da bilanciare.
Nel trasporto aereo, i fornitori dovranno miscelare al cherosene venduto in Svizzera per il rifornimento una determinata quota di carburanti rinnovabili. Come misura di accompagnamento, fino al 2029 verranno promossi progetti pilota per lo sviluppo e la produzione di questo genere di combustibili per l'aviazione.