Per il ministro dell’Educazione Frédéric Borloz (Plr) lo stop intende evitare ‘la pesca di voti’. Sinistra indignata
Losanna – I dibattiti politici negli istituti scolastici del canton Vaud non saranno più consentiti nelle dieci settimane che precedono le elezioni federali. La decisione, presa dal ministro dell’Educazione Frédéric Borloz (Plr), è volta a evitare «la pesca di voti» durante il periodo elettorale.
Il consigliere di Stato ha approfittato ieri della seduta del Gran Consiglio per giustificare una decisione che ha iniziato a trapelare a inizio agosto. I dibattiti nelle scuole sono importanti per insegnare ai giovani la cittadinanza, ma non possono essere organizzati «in qualsiasi momento», ha sottolineato Borloz.
I dibattiti in vista di una votazione, che non sono «puramente politici», non pongono problemi, a suo avviso. Non così per quelli legati alle elezioni (federali, cantonali o comunali), dove l’equità è più difficile da garantire. «La mia decisione è al tempo stesso ferma e moderata, perché riguarda solo un breve periodo», ha aggiunto Borloz. Una direttiva sarà inviata agli istituti scolastici del cantone.
La decisione ha suscitato l’indignazione della sinistra. Romain Pilloud, presidente del Ps, ha sottolineato che l’organizzazione di un dibattito in cui tutte le opinioni politiche possono essere ascoltate non ha nulla a che vedere con «la propaganda». Al contrario, si tratta di «momenti tonificanti» che permettono ai giovani di avvicinarsi alle questioni civiche.
La sinistra ha presentato una risoluzione nel tentativo di cambiare la decisione di Frédéric Borloz, ma si è scontrata con la maggioranza di destra del Gran Consiglio. La risoluzione è stata respinta con 74 voti favorevoli, 62 contrari e 5 astensioni.