Voltafaccia della Procura sul caso degli agenti che, nel 2018, uccisero un presunto spacciatore nigeriano. Ritirata l’accusa di omicidio colposo
Colpo di scena stamani al processo di sei poliziotti di Losanna per la morte, nel 2018, di un presunto spacciatore, un 40enne nigeriano. Il ministero pubblico vodese ha ritirato l'accusa di omicidio colposo e chiede l'assoluzione degli imputati.
Il reato figurava nell'atto d'accusa dopo indagini durante quasi cinque anni. I sei agenti rischiavano un massimo di tre anni di reclusione. Oggi nella requisitoria davanti al Tribunale correzionale distrettuale di Losanna, però, il procuratore Laurent Maye ha rinunciato a quest'accusa.
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Il processo
I gendarmi hanno effettivamente "violato le regole di prudenza" del manuale di polizia svizzero tenendo l'uomo di colore sulla pancia a lungo dopo averlo ammanettato. Secondo le istruzioni, la posizione va cambiata rapidamente. Nei fatti, stando alle registrazioni radio, il 40enne è rimasto prono per tre minuti prima di perdere conoscenza.
Tuttavia, è impossibile affermare che questa posizione abbia causato la sua morte, ha affermato Maye. A sostegno della sua nuova tesi, il procuratore ha fatto riferimento agli esami medico legali, che non hanno potuto stabilire con certezza le ragioni dell'arresto cardiorespiratorio del presunto spacciatore. Il decesso avrebbe una ragione "multifattoriale", stando alla perizia.
Poiché non esiste un nesso causale tra la violazione delle regole di prudenza e le ragioni del decesso, Maye ha concluso che gli agenti di polizia non possono essere condannati.
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La manifestazione del 3 giugno scorso
Il 40enne è stato arrestato il 28 febbraio 2018 durante un controllo nell'ambito della lotta alla droga nei pressi della stazione di Losanna. Ha opposto resistenza e sei agenti di polizia sono intervenuti per arrestarlo. Dopo essere stato tenuto a pancia in giù, ha perso conoscenza. Ricoverato all'ospedale universitario vodese (Chuv), è morto il giorno successivo.