Svizzera

Rifugiati, no definitivo al credito per i ‘container’

Il Consiglio degli Stati ha bocciato la proposta per 23 a 19

(Ti-Press)
15 giugno 2023
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Niente da fare per i container destinati, come chiedeva il Consiglio federale, ad accogliere i rifugiati: stamane, per 23 voti a 19, il Consiglio degli Stati ha bocciato la proposta della conferenza di conciliazione che voleva concedere 66,45 milioni di franchi.

Questa somma rappresenta la metà dell'importo chiesto dal governo nella prima aggiunta al preventivo 2023 della Confederazione. Con la decisione odierna dei "senatori" – Udc, Plr e qualche esponente del centro –, anche la proposta di compromesso del Consiglio nazionale, fatta propria dalla Conferenza di conciliazione che chiedeva di approvarla, è liquidata.

Insomma, i container che l'esecutivo avrebbe potuto realizzare su terreni dell'esercito utilizzandoli temporaneamente in caso di forte affluenza di migranti (stime indicano una forte arrivo in autunno, ndr), non s'hanno da fare. Il voto negativo della Camera dei cantoni affossa definitivamente questo dossier: il voto del Nazionale, che avrebbe dovuto esprimersi dopo aver trattato la Legge sulla pianificazione del territorio, è a questo punto inutile.

In aula, i contrari al credito di 132 milioni – questa la cifra chiesta dal Consiglio federale – hanno ribadito che il dossier non era ancora abbastanza maturo e che, in caso di aumento delle domande d'asilo, Cantoni e Comuni avrebbero potuto far capo ai rifugi della Protezione civile. Diversi oratori hanno poi fatto presente che, al momento, ci sono ancora sufficienti posti liberi a disposizione per i richiedenti asilo.

Vi è anche chi, fra i "senatori", ha evocato nei dibattiti precedenti la necessità per l'esercito di poter condurre le proprie abituali esercitazioni, senza il rischio di doverle limitare o sospendere per riguardo dei richiedenti asilo, molti dei quali già traumatizzati da tutto quanto hanno vissuto.

Necessità di prepararsi

I favorevoli alla soluzione prospettata dall'esecutivo, hanno invece insistito sulla necessità di prepararsi con un certo anticipo al temuto aumento di migranti, come prospettato dalla Segreteria di Stato della migrazione (Sem). In caso di emergenza, Cantoni e Comuni sarebbero costretti, a loro spese, a mettere a disposizione aree di protezione non sempre attrezzate per accogliere un forte flusso di persone che sarebbe obbligato a trascorrere almeno 140 giorni in questi spazi, ossia il tempo necessario all'esame di una domanda d'asilo. Una soluzione non adatta specie per donne e bambini.

Il Consiglio federale potrebbe insomma dover far capo al diritto d'urgenza, obbligando Cantoni e Comuni a collaborare e, ciliegina sulla torta, a sopportare i costi per la preparazione dei rifugi.

Per il resto, il parlamento ha approvato un credito di 26,2 milioni per creare 180 impieghi supplementari a tempo determinato in seno alla Sem. A ciò si aggiungono 140 milioni per i Centri federali (senza i 132 milioni per i container).

Le Camere hanno poi approvato lo stanziamento di 113 milioni per il piano d'azione umanitario destinato all'Ucraina e alla Moldavia e 87 milioni per il trasporto regionale di passeggeri. Via libera anche al credito da 7 milioni per aumentare le risorse del Dipartimento federale delle finanze, al fine di affrontare le questioni economiche e legali legate all'acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs. La concessione di questa somma è subordinata a un esame approfondito della possibilità di azioni legali nei confronti degli organi direttivi di Credit Suisse.

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