La consigliera federale Baume-Schneider incontrerà presto il ministro degli Interni italiano e auspica più controlli alle frontiere Schengen esterne
Il blocco dell'Italia in materia di riammissione dei richiedenti asilo rischia di protrarsi per mesi, ritiene la responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia Elisabeth Baume-Schneider. "In ogni caso, non vedo alcun segno che le cose si stiano muovendo", ha detto. Ora vuole negoziare con Roma.
"La pressione al confine meridionale dell'Italia è enorme, per cui questo atteggiamento è in parte comprensibile", ha dichiarato Baume-Schneider in un'intervista diffusa oggi dalla Neue Zürcher Zeitung. Berna ha chiesto all'Italia la riammissione di circa 300 persone. Per 40 di esse sono passati sei mesi e la responsabilità è quindi ora della Svizzera. La consigliera federale socialista non ritiene tuttavia necessario esercitare ulteriori pressioni sulla vicina Penisola. "Dobbiamo trovare una soluzione discutendo con l'Italia. Incontrerò presto il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi".
L'incontro dovrebbe tenersi nella prima metà dell'anno, ha indicato il dipartimento contattato da Keystone-Ats, aggiungendo che in tale occasione saranno discussi temi attuali della politica migratoria ma anche della cooperazione di polizia. In questo contesto vi sarebbero anche gli attuali problemi della collaborazione per quanto concerne l'accordo di Dublino.
La Svizzera e i suoi partner europei hanno interesse a far avanzare la riforma di questa intesa prima delle elezioni del Parlamento europeo, previste nella primavera 2024, ha detto Baume-Schneider. Secondo il sistema attuale, è il Paese di prima accoglienza a essere responsabile delle procedure di asilo.
Nell'ambito della riforma, la direttrice del Dipartimento giustizia e polizia auspica controlli più severi alle frontiere esterne dell'area Schengen. "Ci sono molte persone che vogliono venire in Europa per motivi economici. Non hanno diritto all'asilo. Dobbiamo quindi essere coerenti". In cambio, ha chiesto una maggiore solidarietà tra i Paesi europei nella distribuzione delle persone accolte.