Il progetto di modifica di legge permetterà di garantire sufficienti risorse per la costruzione e la manutenzione delle strade nazionali
Anche sull'importazione di vetture elettriche andrà applicata dal 2024 un'imposta affinché sia possibile, pure in futuro, assicurare mezzi finanziari sufficienti destinati alla costruzione e manutenzione delle strade nazionali.
È il punto centrale del progetto di modifica della pertinente ordinanza approvato oggi dal Consiglio federale e inviato in consultazione fino al 12 luglio.
Attualmente, spiega una nota governativa, la Confederazione riscuote un'imposta del 4% sul prezzo all'importazione di veicoli destinati al trasporto di persone o di merci. Anche se questo balzello è completamente addossato ai consumatori, l'aumento del prezzo finale di una vettura è inferiore al 4%, specifica il comunicato. Stando alla Costituzione federale, gli introiti sono vincolati, ossia devono confluire nel Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato.
L'esenzione per le auto elettriche si applica dal 1997. Lo scopo? Invogliare i consumatori ad acquistare simili veicoli contribuendo così a espandere la mobilità elettrica. Nel frattempo, però, con la crescita della mobilità pulita la situazione iniziale è cambiata: dal 2018 al 2022 il numero di autoveicoli elettrici importati è passato da 8mila a oltre 45mila: nel 2022, la loro quota rispetto alle importazioni complessive ha toccato quasi il 20%.
Il risultato? Un consistente calo delle entrate con perdite fiscali per il 2022 di 78 milioni di franchi, che dovrebbero salire a circa 100-150 milioni per l'anno in corso. Di questo passo, se non si fa nulla, i mancati introiti sono stimati in 2-3 miliardi per il periodo 2024-2030.
Con la modifica dell'ordinanza, l'esecutivo intende contrastare le perdite fiscali a carico del Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato. L'obiettivo è sopprimere, a partire dal 2024, l'esenzione dall'imposta per gli autoveicoli elettrici e imporre in futuro questi veicoli all'aliquota normale del 4%.
Secondo il Consiglio federale, l'esenzione in vigore non è più necessaria per via sia dell'aumento della quota degli autoveicoli elettrici rispetto alle importazioni complessive sia dell'allineamento dei prezzi.
Nella nota il Governo precisa che l'imposta prevista per i veicoli a propulsione alternativa non fa parte del presente progetto. Con la crescente diffusione degli autoveicoli elettrici e di altri veicoli a propulsione alternativa, oltre alle entrate provenienti dall'imposta sugli autoveicoli diminuiscono anche quelle derivanti dall'imposta sugli oli minerali. Ecco perché s'intende introdurre la nuova imposta entro il 2030.
Nel contempo, una futura imposizione degli autoveicoli elettrici avrebbe un effetto positivo sull'intero bilancio della Confederazione: se i versamenti nel Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato dall'imposta sugli autoveicoli aumenta nuovamente, il conferimento dall'imposta sugli oli minerali può essere temporaneamente ridotto. Così facendo, il bilancio viene sgravato di quasi 150 milioni di franchi all'anno.
L'imposizione degli autoveicoli elettrici è parte del piano di correzione per il bilancio dello Stato deciso dal Consiglio federale nella seduta del 25 gennaio scorso.