Anche il Consiglio nazionale approva il corposo dossier. Vani i tentativi della sinistra e del Pvl di renderlo più clima-compatibile
Berna – Incominciato ieri, il dibattito sulla politica agricola PA22+ è terminato stamane col Consiglio nazionale che ha approvato il nuovo orientamento impresso all’agricoltura con 129 voti a favore, uno contrario e ben 65 astenuti.
Seguendo a grandi linee la versione del Consiglio degli Stati, la maggioranza ha respinto numerose proposte presentate dal campo rosso-verde – ciò che spiega le numerose astensioni – che chiedevano l’introduzione di nuovi obblighi ambientali a livello di riduzione delle emissioni di CO2 e a favore di un maggior benessere degli animali. Il dossier ritorna alla Camera dei cantoni per l’eliminazione delle divergenze.
L’esame particolareggiato, già incominciato ieri, è stato preceduto da un lungo dibattito di apertura, durante il quale la sinistra e i Verdi liberali hanno espresso critiche verso un progetto di legge a loro parere inadeguato per far fronte alla crisi del clima e della biodiversità.
Per Sophie Michaud Gigon (Verdi/Vd), il progetto è insufficiente poiché non contempla alcun obiettivo climatico. A suo parere, gli attuali incentivi dannosi inclusi nella politica agricola dovrebbero venir stralciati adesso e non nel 2030 come prevede il testo di legge.
Sebbene la PA22+ sia comunque meglio di niente, ha dichiarato dal canto suo Samuel Bendahan (Ps/Vd), "questa legge non basta per affrontare la sfida climatica che ci attende". "Non incoraggia comportamenti positivi per l’ambiente o il benessere degli animali", ha affermato il deputato vodese, denunciando l’alleanza dell’Udc con l’industria alimentare a scapito dei piccoli agricoltori.
"Questo progetto è un’opportunità mancata, un guscio vuoto", ha detto dal canto suo Kathrin Bertschy (Verdi liberali/BE). Purtroppo le questioni legate all’agricoltura ecologica vengono rimandate a dopo il 2030. La consigliera nazionale ha ricordato che l’alimentazione e l’agricoltura sono responsabili di un terzo delle emissioni di gas serra.
"La PA22+ non è forse la rivoluzione che alcuni desiderano, ma è probabile che riunisca una maggioranza capace di garantire la sicurezza degli investimenti per chi si occupa di agricoltura", le ha replicato Beat Walti (Plr/Zh). Walti ha rammentato che nel 2021 il Parlamento ha già adottato diverse misure per ridurre l’impatto dei pesticidi ora in vigore.
Marcel Dettling (Udc/Sz) si è detto infastidito dal fatto che gli agricoltori vengano ancora una volta accusati di non fare nulla e di bloccare tutte le misure ecologiche. "Ci prendiamo cura del paesaggio, delle paludi, forniamo ai mercati prodotti di qualità", ha dichiarato, chiedendo agli scettici di non mettere troppa carne al fuoco.
"Se il Parlamento dovesse votare a favore di tutte le proposte avanzate dalla sinistra e dai Verdi liberali, gli agricoltori dovrebbero fare i conti con costi aggiuntivi e mancati introiti tra i 500 e i 600 milioni di franchi all’anno", ha spiegato Markus Ritter (Centro/Sg). A suo parere non bisogna cedere a richieste ideologiche che aumentano in modo massiccio il prezzo dei prodotti.
Nelle intenzioni del campo rosso-verde, il settore agricolo avrebbe dovuto ridurre le proprie emissioni di CO2 del 20% entro il 2030, del 30% entro il 2040 e del 40% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990.
"Ma tali obiettivi intermedi esistono già e quindi non devono essere menzionati separatamente in questa legge", ha dichiarato a nome della commissione Olivier Feller (Plr/Vd), giustificando il voto negativo dell’aula.
Martina Munz (Ps/Sh) avrebbe voluto inasprire le norme a favore del benessere animale, ma la sua proposta non ha trovato eco tra gli altri parlamentari.
"I consumatori vogliono in ogni caso alimenti provenienti da una produzione rispettosa degli animali", ha argomentato Markus Ritter, aggiungendo che non sono necessarie ulteriori norme sul benessere delle bestie oltre a quelle esistenti. "Gli standard elvetici in materia sono già molto elevati", ha dichiarato.
Il plenum si è poi espresso contro la proposta di vincolare a condizioni più rigorose l’orientamento del supplemento per il latte trasformato in formaggio, dei contributi per la sicurezza dell’approvvigionamento e contro l’idea di sopprimere completamente i contributi per misure di sgravio del mercato per la carne o le uova.
Respinta anche la proposta di prevedere adeguamenti al sistema dei pagamenti diretti che vadano oltre quanto deciso dal Consiglio degli Stati: no, ad esempio, alla prova che le esigenze ecologiche siano rispettate.
Inoltre, la Camera del popolo ha risposto picche a un nuovo contributo per le aziende particolarmente rispettose del clima e a un contributo, in base alla categoria di animali, per promuoverne il benessere.
Il plenum ha poi approvato il contributo federale alla riduzione dei premi delle compagnie di assicurazione del raccolto e respinto le proposte di canali di distribuzione più brevi.
La nuova strategia 2050 per la politica agricola sarà attuata in tre fasi. Essa integrerà l’intera catena alimentare, dalla produzione alla distribuzione. La seconda fase è l’attuale revisione della legge.
Il Consiglio nazionale ha anche incaricato il Consiglio federale di definire il futuro orientamento della politica agricola a partire dal 2030 (terza fase della strategia). Il governo dovrà presentare un progetto preliminare entro il 2027. Il problema della revisione del diritto fondiario sarà trattato in un disegno di legge separato.