Svizzera

L’economia frena la sua crescita: il Pil marcia sul posto

Rispetto alla lieve crescita dei mesi precedenti, il prodotto interno lordo chiude il 2022 nel segno della stagnazione

A pesare sul risultato è il contesto internazionale
(Ti-Press)
28 febbraio 2023
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L’economia svizzera ha rallentato sensibilmente alla fine del 2022, finendo in stagnazione. Il prodotto interno lordo (Pil) è rimasto infatti fermo (0,0%) rispetto ai tre mesi prima, a fronte di una crescita dello 0,2% nel terzo trimestre e dello 0,3% che aveva caratterizzato i primi due trimestri dell’anno.

Nel periodo ottobre-dicembre ha pesato il difficile contesto internazionale, che ha frenato l’industria manifatturiera e le esportazioni, mentre la domanda interna è rimasta solida, ha indicato stamani la Segreteria di Stato dell’economia (Seco). Il dato è inferiore alle stime degli esperti, che si aspettavano una variazione del Pil compresa fra il +0,1% e il +0,3%.

Per l’insieme del 2022 la progressione del Pil si è attestata al +2,1%, un dato da mettere in confronto al +4,2% dei dodici mesi precedenti, quando vi era stato un rimbalzo dopo il primo anno pandemico (2020: -2,4%). La ripresa è proseguita anche l’anno scorso, in particolare nel settore dei servizi e nella spesa privata per i consumi, fortemente aumentata malgrado l’incremento dell’inflazione. Hanno invece pesato negativamente la situazione energetica tesa in Europa e i problemi a livello globale.

Tornando all’ultima parte del 2022, la più interessante perché potrebbe dare indicazioni sullo sviluppo dell’anno in corso, va segnalato che l’industria mostra un calo del valore aggiunto, con l’eccezione del comparto chimico-farmaceutica (+1,7%), poco sensibile ai cicli economici. In netta contrazione è risultato anche l’export (-0,9%), mentre la domanda finale interna (+0,5%) ha confermato la solida crescita del trimestre precedente.

Sono scesi gli investimenti nell’edilizia (-0,5%), hanno per contro tenuto i consumi pubblici e privati (entrambi +0,3%). Nel settore alberghiero e della ristorazione è proseguita la ripresa post-Covid (+1,5%), ma il valore aggiunto rimane inferiore del 5% rispetto ai livelli pre-crisi della fine del 2019. Negativa è stata l’evoluzione del segmento dei servizi finanziari (-2,5%).

In un’ottica più generale va rilevato come sul prodotto interno lordo – un parametro economico che non misura necessariamente il benessere di una nazione – il dibattito fra gli economisti rimanga sempre acceso. Il fatto che ad esempio un incidente stradale contribuisca notevolmente all’aumento del Pil mentre lo faccia pochissimo la coltivazione di un proprio orto o – per niente – il volontariato fa sorgere dei dubbi sull’effettiva capacità di questo parametro di descrivere la prosperità o il progresso di una nazione. I vari indicatori alternativi proposti non hanno però mai attecchito. Un altro problema – particolarmente acuto in Svizzera – è rappresentato dal fatto che il Pil misura l’espansione dell’economia nel suo insieme, non pro capite: e come noto la Confederazione sta crescendo fortemente in termini di abitanti.