Elezioni dei consiglieri federali, Storni (Ps): ‘Pensavo che la questione linguistica avrebbe prevalso’. Marchesi (Udc): ‘Vedrei bene Rösti all’Ambiente’.
«Sono molto sorpreso, pensavo che Eva Herzog venisse eletta tranquillamente». Il consigliere nazionale Bruno Storni (Ps) non nasconde di aver trovato in un certo senso "imprevista" l’elezione di Elisabeth Baume-Schneider al Consiglio federale. Diversa invece l’opinione di Piero Marchesi (Udc): «Era abbastanza chiaro per me che la deputata giurassiana potesse avere successo. È una persona empatica e simpatica. Herzog invece è apparsa più inaccessibile». Insomma, all’interno della deputazione ticinese alle Camere federali ci sono opinioni diverse sull’esito delle votazioni che hanno portato la socialista Elisabeth Baume-Schneider a prendere il posto di Simonetta Sommaruga e Albert Rösti (Udc) a sostituire l’altro ‘ministro’ uscente, Ueli Maurer. «Pensavo fosse difficile l’elezione di Baume-Schneider per la questione linguistica», ha spiegato Storni. «Ci troviamo infatti con una maggioranza latina in governo». Per quanto riguarda i democentristi, Marchesi afferma che: «L’auspicio è che Rösti possa prendere il Dipartimento dell’ambiente (quello di Simonetta Sommaruga, ndr.). Non per stravolgere le decisioni del parlamento e del popolo, ma per dare un approccio più pratico e meno dogmatico».
Per Alex Farinelli (Plr) l’elezione socialista è stata sorprendente «fino a un certo punto. Si è capito subito in che direzione si stava andando». A pesare, secondo il deputato liberale, è probabilmente stata «l’imposizione del Partito socialista di un ticket di sole donne. Potrebbe aver fatto sì che molti voti destinati a Herzog siano andati a Daniel Jositsch. In una votazione molto tirata come questa anche i sei voti raccolti da Jositsch al terzo turno potrebbero aver fatto la differenza». E per quanto riguarda la rappresentanza linguistica, con una nuova maggioranza latina, Farinelli afferma che «non è un problema, anche perché il Ps ha assicurato che sarebbe stata una situazione transitoria. Ci si aspetta che in tempi relativamente brevi siano loro a risolvere questa tematica».
Chi vuole evitare facili entusiasmi sulla maggioranza latina in Consiglio federale è Marco Romano (Centro): «Dobbiamo fare attenzione a parlare di ‘latini’ in governo. Mettere insieme francese e italiano potrebbe sfavorire il Ticino». In ogni caso, secondo il deputato ticinese «occorre che il partito socialista, finito l’anno elettorale, rifletta con Berset per una sua sostituzione. Jositsch in questo senso lo vedo in pole-position e sarà difficile dirgli di no dopo il risultato di oggi». Anche sull’elezione in casa Udc Romano ha un’opinione diversa rispetto ad alcuni suoi colleghi: «Resto dell’idea che l’elezione dell’Udc è stata bella e tirata. Vogt non ha preso un distacco di 50 voti. Si poteva arrivare anche al secondo turno. Rösti ha approfittato del fatto di essere ancora membro del parlamento, a differenza del suo rivale che se n’è andato sbattendo la porta».
«Da questa elezione ne esce rafforzato il mondo agricolo e la campagna. Non però a beneficio di una politica climatica al passo con i tempi e con le sfide che siamo chiamati ad affrontare. Ci sarà ancora più lavoro da fare in parlamento per noi verdi», è stato invece il commento di Greta Gysin (Verdi). A preoccupare gli ambientalisti è soprattutto l’ambizione di Rösti di assumere la guida del Dipartimento dell’ambiente. «Non è sicuramente un segnale tranquillizzante per noi. Spero che questa possibilità venga scongiurata, magari con Viola Amherd, che avrebbe sicuramente una sensibilità diversa».