È quanto ribadiscono Pro Natura, BirdLife, Gruppo Lupo Svizzera e Wwf in una nota congiunta
La legge attuale permette già di intervenire sulle popolazioni di lupi. Può essere riveduta per integrarvi una regolazione preventiva focalizzata sui danni e dare un reale sollievo all’economia alpina, ma non c’è alcun motivo valido per consentire la caccia di questo animale simile a quella praticata allo stambecco. È quanto ribadiscono stamane in una nota congiunta Pro Natura, BirdLife, Gruppo Lupo Svizzera e Wwf.
Le quattro organizzazioni sostengono una gestione pragmatica del lupo. Dall’inizio dell’anno è stato stabilito l’abbattimento di 24 esemplari, sottolineano, facendo notare che non hanno mai ricorso contro queste decisioni.
Mettono inoltre in risalto come molto spesso i cantoni chiudano gli occhi sulla protezione delle greggi e nei loro comunicati ufficiali parlino di attacchi in pascoli "protetti" quando in realtà le condizioni di sicurezza del bestiame era insufficiente.
Il Consiglio degli Stati auspica una regolazione su larga scala del lupo, come per lo stambecco, ma secondo le organizzazioni ambientaliste una caccia secondo un programma di tiro annuale non risolverebbe alcun problema. Studi scientifici ed esperienza sul terreno evidenziano che questa pratica non può sostituirsi alle misure di protezione e che queste ultime sono efficaci solo se legate a una minaccia reale e concreta, rilevano.
Le Ong si dicono aperte a una regolazione preventiva del lupo, ma in base a condizioni che consentano di preservare la biodiversità e la foresta. Chiedono pertanto al Parlamento di privilegiare la ricerca di una soluzione consensuale, tipicamente elvetica, nella sessione invernale delle Camere federali.