800 domande d’asilo alla settimana in Svizzera. La segretaria di Stato della migrazione Christine Schraner Burgener fa il punto
Zurigo – La Svizzera sta vivendo una situazione sul fronte dei rifugiati inedita da decenni a questa parte. "Non si registravano numeri simili dalla Seconda guerra mondiale", ha addirittura dichiarato oggi la segretaria di Stato della migrazione Christine Schraner Burgener, parlando di "crisi che si sovrappongono".
Dall’inizio della guerra in Ucraina, Berna ha accolto quasi 70’000 rifugiati scappati dal Paese invaso dai russi. Oltre a ciò, è stato fatto notare in un incontro organizzato oggi con i media a Zurigo dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM), si assiste a uno sviluppo che nessuno aveva previsto in primavera.
Da agosto infatti, il numero delle domande d’asilo "normali", ovvero non legate a quanto sta capitando in Ucraina, è in forte aumento. La maggior parte dei richiedenti proviene dalla Turchia o sono curdi, ma in parecchi arrivano anche dal Nord Africa e dall’Afghanistan.
Attualmente vengono presentate 800 domande ogni settimana. Per l’intero mese di ottobre si ritiene che verrà sfondata quota 3’000. Stando a quanto detto da Schraner Burgener, oltre ad aver messo i bastoni fra le ruote a chi aveva intenzione di spostarsi, la pandemia di coronavirus ha avuto ripercussioni di tipo economico. "Dove la gente era povera lo è diventata ancora di più", ha spiegato.
Vi è poi un legame indiretto con il conflitto ucraino, o meglio con le difficoltà di esportare grano. Ciò ha infatti causato una vera e propria esplosione dei prezzi di questo cereale, soprattutto in Nord Africa e Medio Oriente, e di conseguenza ulteriore miseria fra la popolazione.
La pandemia o l’aumento del costo del grano non sono tuttavia motivi validi per chiedere asilo in Svizzera, ha precisato Schraner Burgener. "Ma le persone vengono comunque e dobbiamo rispondere alle loro richieste", ha aggiunto la 59enne, stimando che per l’insieme dell’anno la Svizzera accoglierà più di 100’000 migranti.
Questo boom fa sì che tutti e sei i centri federali d’asilo siano completamente pieni. Quello di Zurigo ospita ora come ora 500 individui, anche se sarebbe stato progettato per un massimo di 360. L’aula scolastica e la sala fitness sono pertanto già state trasformate in dormitori. "Non è ottimale e ce ne rammarichiamo, ma è meglio che dormire all’aperto", ha affermato David Keller, responsabile del team di crisi per l’asilo della Confederazione.
Vista la situazione critica, la SEM sta adottando contromisure immediate, tra cui l’apertura di nuovi alloggi. Fra questi vi sono caserme, sale multiuso e rifugi sotterranei della Protezione civile. Per quanto riguarda i bunker, non vengono destinati a chi arriva direttamente da una zona di guerra.
La SEM sta pure cercando di aumentare il personale, così da poter sbrigare più velocemente la grande mole di domande. Inoltre, la Confederazione sta trasferendo ai Cantoni, in anticipo rispetto al previsto, le persone provenienti dai centri federali sovraffollati, in primis quelle per cui è stato disposto l’allontanamento dal Paese.
Durante l’inverno la SEM si aspetta che il numero di domande d’asilo cali, dato che la cosiddetta rotta balcanica dovrebbe diventare meno frequentata con la stagione fredda. D’altro canto però, le temperature più rigide potrebbero portare a un incremento dei profughi ucraini.