Secondo la rilevazione Srg/Ssr, non dovrebbero esserci clamorosi spostamenti di voti fra i partiti. La crescita maggiore per Verdi Liberali e Plr
Se le elezioni federali si fossero tenute all’inizio di ottobre, la situazione politica non sarebbe cambiata troppo rispetto al 2019. I Verdi Liberali avrebbero guadagnato significativamente in termini di quota di elettori. I Verdi, invece, avrebbero perso slancio. È quanto risulta dal barometro elettorale Srg Ssr, commissionato all’istituto zurighese Sotomo e pubblicato questo pomeriggio. L’indagine mostra le intenzioni di voto dell’elettorato svizzero a un anno dalle elezioni nazionali. Nonostante la pandemia di coronavirus, la guerra in Ucraina e la minaccia di una crisi energetica, il panorama partitico svizzero è notevolmente stabile rispetto alle ultime elezioni federali del 2019, concludono gli autori dello studio.
Solo due dei sei partiti principali registrano attualmente variazioni della quota di elettori superiori a un punto percentuale. Si tratta dei Verdi Liberali, che segnano un incremento di elettori di 1,5 punti percentuali, pur rimanendo dietro ai Verdi di 2,4 punti in termini di quota di elettori, e del Partito liberale radicale (PLR) che guadagnerebbe un punto percentuale rispetto all’ultima elezione. L’Unione democratica di centro (UDC) rimane di gran lunga il primo partito elvetico con il 26,1% (+0,5 punti) delle intenzioni di voto. La tallonano in un testa a testa il Partito socialista (PS) con il 16,3% (-0,5 punti) e il PLR, che guadagna 1 punto rispetto al 2019 e sale al 16,1%. Ancora al quarto rango risulta il Centro (ex PPD), che scende al 13,3% (-0,5), e a cui si avvicinano i Verdi a quota 11,7% e i Verdi Liberali (9,3%).
Gli autori del sondaggio, che ha un margine di errore di 1,5 punti, rilevano che dopo l’ondata verde registrata nelle elezioni del 2019, se si fosse votato ora si potrebbe parlare di un’ondata liberale, perché i due partiti (Verdi Liberali e PLR) avrebbero ottenuto l’aumento maggiore. Rispetto all’ultimo Barometro elettorale dell’ottobre 2021, la quota di elettori prevista per il PLR è addirittura salita dal 13,6 al 16,1%: i politologi attribuiscono la svolta in parte al nuovo presidente del partito Thierry Burkart.
Il campo rosso-verde sta attualmente perdendo 2 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2019, mentre i partiti a destra del centro (UDC e PLR) guadagnano complessivamente 1,5 punti. Dopo lo scivolamento a sinistra del 2019 – decisamente marcato per gli standard svizzeri – il pendolo sembra tornare nell’altra direzione, notano i sondaggisti.
Nel decidere chi votare, gli svizzeri si basano, oltre che sulle tradizionali alleanze di partito, anche sui temi ritenuti più attuali. Secondo gli autori del Barometro elettorale, il cambiamento climatico e la transizione energetica sono le sfide politiche più importanti per la popolazione. Anche la sicurezza dell’approvvigionamento e i premi dell’assicurazione malattia sono spesso citati. Al contrario, la pandemia di Covid, che nel 2020 aveva ancora la meglio su tutte le altre questioni, non vale quasi più la pena di essere menzionata. All’inizio di ottobre 2022 – nonostante il nuovo aumento del numero di casi – la lotta contro la pandemia è infatti classificata tra le sfide più importanti del Paese solo dall’1% degli intervistati.
Secondo i politologi di Sotomo, le questioni sociali in particolare hanno acquisito importanza nell’ultimo anno. Allo stesso tempo, colpisce il calo del numero di intervistati che menzionano le buone relazioni con l’UE e la riforma delle pensioni.
I partecipanti al sondaggio hanno anche potuto esprimersi sulla percezione dei membri del Consiglio federale. Chiaro leader in questo senso rimane il ministro degli Interni Alain Berset (PS). Il consigliere federale, che già in passato veniva percepito come particolarmente influente, ha fatto un netto salto di qualità dopo due anni e mezzo di pandemia, scrivono gli autori dello studio.
Anche Ueli Maurer (UDC), Karin Keller-Sutter (PLR) e Simonetta Sommaruga (PS) sono considerati molto influenti da un numero maggiore di intervistati, mentre il ministro degli Esteri Ignazio Cassis (PLR) è quello con minore influenza in assoluto. Nella parte bassa della classifica rientrano anche Guy Parmelin (UDC) e Viola Amherd (Centro). Tuttavia quest’ultima è in testa alla scala della simpatia. Berset, anch’egli popolare, segue a ruota, mentre Maurer e Cassis risultano i meno popolari tra gli interpellati.
Al sondaggio hanno partecipato dal 26 settembre al 7 ottobre circa 21’000 persone provenienti da ogni parte del Paese. I dati sono stati raccolti attraverso i canali online della SSR, tra gli altri. Sotomo afferma che l’errore di campionamento è di più/meno 1,3 punti percentuali.