Il nuovo presidente dell’associazione assicuratori malattia propone un maggior ricorso a tariffe forfettarie integrate da tariffe di servizio individuali
Un nuovo sistema tariffario, con l’obiettivo di ridurre i costi sanitari: lo propone Martin Landolt, nuovo presidente di Santésuisse, una delle due principali associazioni di assicuratori malattia. "Probabilmente ancora quest’anno creeremo una nuova organizzazione nazionale per le tariffe, coinvolgendo tutti i partner", afferma il consigliere nazionale (Centro) in un’intervista pubblicata oggi dal SonntagsBlick. "Siamo convinti che i costi possano essere ridotti facendo maggiormente ricorso a tariffe forfettarie, integrate da tariffe di servizio individuali", aggiunge. Con questo approccio gli oneri saliranno meno ad esempio nel settore ospedaliero. "Sono molto fiducioso al riguardo".
Secondo Landolt vi è una crescita dei costi che è legittima, ad esempio nelle cure, che stanno diventando sempre più importanti con lo sviluppo della società. "Tuttavia le opportunità di frenare la progressione rimangono inutilizzate perché il parlamento, i Cantoni e il Consiglio federale fanno troppo poco". A suo avviso i problemi sono a tutti i livelli. "Se, ad esempio, un farmaco generico costa il doppio in Svizzera rispetto all’estero, ciò non può essere giustificato né dalle differenze di potere d’acquisto né dal buonsenso. Qualcuno deve correggere questa situazione. Un altro esempio è la densità di medici, che a Ginevra è cinque volte superiore a quella del cantone di Obvaldo. Sono convinto che se domani qualcuno a Ginevra volesse aprire uno studio medico otterrebbe comunque un’autorizzazione".
Secondo l’ex presidente del Partito borghese democratico (2012-2021) oggi il sistema sanitario sarebbe impostato in modo diverso. "Ma questo è il modo in cui è cresciuto storicamente in uno Stato federale", aggiunge. Bisogna però intervenire: "Preferirei che i Cantoni si assumessero maggiori responsabilità di loro iniziativa". Per esempio nel campo delle autorizzazioni degli studi medici e degli ospedali.
Sempre stando al presidente di Santésuisse (in carica da giugno) "la presunta potente lobby delle casse malattia non deve essere così potente, altrimenti avrebbe ottenuto molto di più e i premi sarebbero più bassi". "I lobbisti delle compagnie di assicurazione sanitaria non vengono misurati con lo stesso metro di giudizio di quelli dei medici, degli ospedali o dell’industria farmaceutica", si rammarica il 54enne. "Chi ha mandati nel settore delle assicurazioni sanitarie o della finanza viene criticato, mentre chi li ha nel turismo o in una casa di riposo viene considerato insospettabile". Anche l’idea di limitare gli stipendi dei manager delle casse, fortemente aumentati negli ultimi anni, viene considerata da Landolt "un’espressione di impotenza che ha lo scopo di distrarre dalle vere sfide".