Gli analisti lodano l’indipendenza della Banca nazionale svizzera e puntano su ulteriori rialzi
Addio lotta al rafforzamento del franco, benvenuta difesa dall’inflazione. Presi, almeno in parte, in contropiede dalla Banca nazionale svizzera (Bns), che stamani ha aumentato il tasso guida (dal -0,75% al -0,25%) sorprendendo in particolare per l’ampiezza del ritocco, gli analisti prendono atto con favore dell’indipendenza che l’istituto sta mostrando nei confronti dell’eurozona. E vedono all’orizzonte ulteriori aumenti, magari già prima di settembre.
Thomas Gitzel, Vp-Bank: "Congratulazioni, Bns. L’aumento dei tassi di interesse è la decisione giusta. È necessaria un’azione chiara per contrastare i pericoli inflazionistici. È anche giusto che la Bns reagisca prima della Banca centrale europea (Bce). La Bns si è così emancipata. Tuttavia, ciò rende ancora una volta evidente il ritardo della Bce. Già entro la fine dell’anno, il livello dei tassi d’interesse in Svizzera sarà chiaramente positivo".
Karsten Junius, Safra Sarasin: "Riteniamo che il rialzo dei tassi sia pienamente giustificato e necessario per rafforzare la credibilità della Bns nella lotta all’inflazione e per dimostrare che agisce in modo indipendente dalla Bce. Ma soprattutto l’istituto ha segnalato che permetterà al franco di apprezzarsi ulteriormente. Ci aspettiamo che la Bns aumenti nuovamente il tasso guida di 25 punti base in ciascuna delle prossime quattro riunioni trimestrali".
Gero Jung, Mirabaud: "La Bns non si limita a parlare in modo restrittivo, ma passa all’azione".
GianLuigi Mandruzzato, Efg: "Questa è una grande sorpresa! Nessuno si aspettava che la Bns fosse così aggressiva, anche perché non aveva dato alcuna indicazione in tal senso. È interessante notare che è stato abbandonato il giudizio sull’elevata valutazione del franco svizzero, ma è rimasto l’impegno a intervenire sui mercati dei cambi".
Maxime Botteron, Credit Suisse: "La Bns dichiara di essere pronta a intervenire sul mercato dei cambi se necessario per garantire condizioni monetarie adeguate. A nostro avviso, ciò potrebbe significare che la Bns venderà valute estere per evitare che il franco si deprezzi troppo, in quanto ciò alimenterebbe l’inflazione. Secondo noi acquistare valute estere mentre si aumenta rapidamente il tasso di interesse di riferimento non avrebbe molto senso".
Alexander Koch, Raiffeisen: In un contesto di normalizzazione sempre più rapida da parte delle altre banche centrali, anche la Bns ha osato uscire allo scoperto. In questo modo, il divario dei tassi d’interesse rispetto alla Bce, precedentemente sacro, non solo si è ridotto, ma si è invertito.
Jörg Angelé, Bantleon Bank: "Con la mossa odierna la Bns dimostra da un lato di prendere sul serio i rischi di inflazione recentemente aumentati e dall’altro di agire in modo indipendente dalla Bce. Ciò significa che il tasso d’interesse di riferimento in Svizzera è ora superiore a quello dell’eurozona per la prima volta dal 1999".
Davis Oxley, Capital Economics: "Data la storia degli annunci non programmati della Bns, consideriamo molto probabile un nuovo aumento dei tassi, a zero o addirittura in territorio positivo, prima della prossima riunione programmata di settembre".
Alan Mudie, Woodman: "Riteniamo che l’annuncio di oggi segnali un’inversione di tendenza nella politica monetaria della Bns. Anticipando la Bce, la Bns ha segnalato che sta abbandonando i suoi sforzi per limitare la forza del franco rispetto all’euro e al dollaro americano. La Bns ha spostato la sua attenzione dal contenimento della forza del franco alla lotta all’inflazione".