Votata alla bocciatura al Nazionale l’iniziativa ‘per un freno ai costi’. Centro e sinistra uniti in difesa del pilastro della proposta governativa.
Berna – La spirale dei costi della salute va combattuta, ma non con l’iniziativa popolare dell’Alleanza del Centro che chiede di fare in modo che le spese evolvano in modo corrispondente all’economia nazionale e ai salari medi. Il Consiglio nazionale le preferisce un controprogetto indiretto che mira a fissare obiettivi a livello di costi e qualità. Il voto formale è previsto per domani.
Al primo giorno di discussioni sull’iniziativa "Per premi più bassi - Freno ai costi nel settore sanitario (Iniziativa per un freno ai costi)", tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione di quello del Centro, hanno chiesto di bocciare la proposta di modifica costituzionale.
L’evoluzione dei costi è più che preoccupante, ha esordito Philippe Nantermod (PLR/VS) a nome della commissione. Il Parlamento e il Consiglio federale non sono però restati con le mani in mano: due pacchetti di provvedimenti sono già stati adottati dal Nazionale e sono ora pendenti al Consiglio degli Stati, ha sottolineato il vallesano.
L’iniziativa dell’Alleanza del Centro, invece, fissa obiettivi senza spiegare come raggiungerli, ha sostenuto il vallesano. "In sintesi, la proposta può condurre a due situazioni contraddittorie: o diventa una tigre di carta, o causerà l’introduzione di un budget complessivo, il che significa, come avvenuto in altri Paesi, una limitazione delle cure a fine anno e un rinvio degli interventi medici necessari nel bilancio dell’anno successivo". Due soluzioni che nessuno vuole, ha riassunto Nantermod.
L’iniziativa è troppo sommaria, non fornisce strumenti precisi per il controllo dei costi e si concentra sui salari come indicatore di crescita, il che è insufficiente, ha aggiunto da parte sua Pierre-Yves Maillard (PS/VD). In diversi, come Lorenzo Quadri (Lega/TI), hanno messo in guardia dal rischio del razionamento delle cure. I costi sono destinati ad aumentare, ha ricordato il ticinese evocando il progresso medico e tecnologico, nonché l’invecchiamento della popolazione.
Regine Sauter (PLR/ZH) ha poi criticato l’idea di un sistema sanitario controllato dallo Stato. Céline Amaudruz (UDC/GE) ha affermato che la proposta del Centro è troppo rigida e sarà accompagnata da una enorme burocrazia.
Non è vero che l’iniziativa chiede un razionamento delle cure, ha replicato Christian Lohr (Centro/TG). La proposta, ha aggiunto, vuole obbligare i partner a trovare misure di riduzione dei costi. "Non possiamo semplicemente sederci e aspettare che il problema si risolva da solo". Per il turgoviese non è accettabile che in Svizzera ci siano sempre più persone che non possono più pagare i premi.
Per Benjamin Roduit (Centro/VS) solo l’iniziativa del suo partito permetterà di fermare l’esplosione incontrollata dell’ammontare dei premi dell’assicurazione malattia. La proposta di modifica costituzionale, ha aggiunto, attacca il problema alla radice permettendo di scongiurare la medicina a due velocità.
Per Ruth Humbel (Centro/AG) il problema principale non sono i prezzi, ma la crescita dei volumi. "Lo spreco di risorse nel nostro sistema sanitario è enorme", ha sostenuto. Il presidente dell’Alleanza del Centro Gerhard Pfister (ZG) non ha esitato a parlare di "cartello della sanità".
L’iniziativa "Per premi più bassi-Freno ai costi nel settore sanitario (Iniziativa per un freno ai costi)" vuole obbligare la Confederazione e i Cantoni a introdurre un freno ai costi. Se due anni dopo un eventuale accettazione alle urne l’aumento dei costi per assicurato dovesse essere superiore di oltre un quinto all’evoluzione dei salari nominali, il Consiglio federale in collaborazione con i Cantoni dovrebbe adottare provvedimenti per ridurre i costi, con effetto a partire dall’anno successivo.
In tal modo si mira a ottenere che i costi evolvano in modo corrispondente all’economia nazionale e ai salari medi, e che i premi rimangano finanziariamente sostenibili.
Come detto, l’obiettivo di frenare le spese è condiviso da tutti, Consiglio federale in primis. Per questo motivo lo stesso esecutivo ha elaborato un controprogetto indiretto che vuole introdurre nella legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal) un obiettivo sull’evoluzione dei costi: Confederazione e Cantoni dovrebbero stabilire annualmente un tetto massimo dei costi in ogni settore dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS).
La maggioranza della commissione ha chiesto al plenum di rinunciare alla definizione di obiettivi per l’aumento massimo dei costi. Per il relatore commissionale Philippe Nantermod il controprogetto governativo contiene gli stessi difetti dell’iniziativa: gli obiettivi o non porteranno ad alcun effetto perché troppo incisivi e resteranno quindi lettera morta, o sfoceranno in una sorta di budget globale, quindi in una restrizione dell’accesso alle cure e, per estensione, della qualità per i pazienti.
Per Nantermod, inoltre, il Nazionale ha già approvato un pacchetto di misure ora pendenti agli Stati. "Non è opportuno presentare due progetti paralleli che mirano più o meno allo stesso risultato", ha precisato.
Contro l’eventualità di rinunciare agli obiettivi si è scagliato Benjamin Roduit: "brandendo lo spauracchio del razionamento delle prestazioni, già evocato in modo capzioso - direi addirittura disonesto - contro la nostra iniziativa, le cerchie interessate svuotano il controprogetto della sua sostanza". Insomma, per il vallesano non è altro che "un guscio vuoto, come tutte le altre riforme proposte fino ad oggi".
Anche il consigliere federale Alain Berset ha chiesto ai deputati di non cancellare gli obiettivi "se davvero volete opporre un controprogetto che possa essere definito valido". "Attualmente, il sistema tariffario ambulatoriale e ospedaliero porta inesorabilmente ad un aumento del volume delle prestazioni che non è necessariamente giustificato dal punto di vista medico", ha detto Emmanuel Amoos (PS/VS) sostenendo la necessità di introdurre degli obiettivi.
Al voto, il plenum ha deciso con 94 voti contro 91 di mantenere gli obiettivi nel controprogetto, pur modificando la proposta originaria del Consiglio federale. Quest’ultimo dovrà quindi stabilire ogni quadriennio "obiettivi in materia di costi e di qualità riguardo alle prestazioni". Per farlo dovrà consultare non solo gli assicuratori, i Cantoni e i fornitori di prestazioni, ma anche gli assicurati (decisione presa con 105 voti contro 79).
Gli attori responsabili della politica sanitaria definirebbero poi le misure correttive da adottare in caso di superamento dell’obiettivo di costo. Queste misure potrebbero riguardare, per esempio, l’adeguamento di tariffe o l’autorizzazione di fornitori di prestazioni.
L’UDC si è invece schierata contro il controprogetto. A suo dire causerebbe un deterioramento dell’assistenza sanitaria di base. C’è il rischio che il volume delle prestazioni diventi insufficiente o inadeguato, ha sostenuto Céline Amaudruz. Per i democentristi i due pacchetti di contenimento dei costi della salute, attualmente pendenti alla Camera dei cantoni, sono sufficienti.
Per Lorenzo Quadri alcune delle misure proposte dal controprogetto sono "certamente interessanti", anche se abbastanza rigide e burocratiche. D’altra parte, "respingere tutte le proposte porterebbe a un immobilismo difficile da difendere nel contesto attuale", ha aggiunto chiedendosi anche se "non sia giunto il momento di proporre qualcosa di diverso". Al voto sull’entrata in materia del controprogetto, il deputato ticinese si è astenuto.
Le discussioni proseguiranno domani mattina. Il Nazionale dovrà decidere se chiedere al Consiglio federale di ridurre immediatamente le indennità in eccesso nell’obsoleta struttura tariffale Tarmed nel settore delle cure mediche ambulatoriali. Questa disposizione decadrebbe non appena il Tarmed sarà sostituito da una nuova struttura tariffale.
Altra novità: qualora poi una convenzione tariffale non dovesse soddisfare i criteri di economicità e appropriatezza e i partner tariffali non si saranno accordati entro un anno su un adeguamento, l’autorità potrà intervenire, stabilendo tariffe differenziate per singole voci della struttura tariffale o per gruppi di fornitori di prestazioni. L’autorità potrebbe così, ad esempio, ridurre le tariffe per alcuni specialisti o promuovere i medici di base in alcune regioni. Questa possibilità è però combattuta da una minoranza.
La commissione propone anche una serie di provvedimenti concreti, in particolare per quanto riguarda le tariffe e le analisi di laboratorio. Le casse malati dovranno rimborsare le analisi soltanto ai laboratori con i quali hanno concluso un contratto (principio della libertà contrattuale). I rimborsi dovrebbero essere inferiori alle tariffe stabilite dall’autorità che approva. Sono esclusi da tale norma i laboratori degli studi medici.