Concluso l’iter parlamentare per il nuovo articolo costituzionale per promuoverne lo sviluppo. Ora manca solo l’avallo delle votazioni finali
La legge sulle ciclovie, che concretizza il nuovo articolo costituzionale approvato nell’autunno del 2018 con il 73,6% dei voti, ha terminato l’iter parlamentare. Oggi il Consiglio nazionale ha eliminato le ultime divergenze che ancora l’opponevano agli Stati. Resta solo lo scoglio delle votazioni finali, una pura formalità.
Le due Camere si opponevano in merito alla sostituzione delle piste ciclabili smantellate. Su questo aspetto, per quanto attiene alla pianificazione, il tracciato dovrà essere ‘diretto’. Seguendo quando proposto dagli Stati, oggi il Nazionale ha tacitamente approvato la precisazione secondo cui l’interesse pubblico debba essere preso in considerazione. Per il relatore commissionale Marco Romano (Centro/Ti) si tratta di un’evidenza.
Il progetto mira nel suo insieme a sviluppare la rete di piste ciclabili. Il costo delle misure è stimato in 1,1 milioni di franchi, somma che graverà sul bilancio dell’Ufficio federale delle strade. Stando alla legge i Cantoni rimarranno competenti per la loro realizzazione. Il parlamento ha negato il diritto di ricorso alle organizzazioni specializzate. Lo scopo del nuovo articolo costituzionale è di promuovere una rete ciclabile efficiente e sicura che contribuisca a separare le correnti di traffico e a gestire meglio la mobilità, riducendo le interferenze tra auto, bici e pedoni e di conseguenza il rischio di incidenti.
Il decreto federale approvato in votazione nel 2018 concerne vie ciclabili, sentieri e percorsi pedonali. Era un controprogetto diretto all’iniziativa popolare "Per la promozione delle vie ciclabili e dei sentieri e percorsi pedonali" (Iniziativa per la bici). Quest’ultima voleva ‘obbligare’ la Confederazione a sostenere i Cantoni nella realizzazione e manutenzione di sentieri, percorsi pedonali e piste ciclabili.
Il controprogetto elaborato dal Consiglio federale e dal Parlamento ha ripreso la formulazione meno vincolate – già presente in precedenza nella Costituzione, che promuoveva sentieri e percorsi pedonali – secondo la quale Berna "può" sostenere la costruzione di simili reti. Soddisfatto della controproposta, il comitato promotore dell’iniziativa – depositata il primo marzo 2016 con 105’234 firme valide – aveva deciso di ritirare il testo.