A Montreux, i delegati optano per la via ‘diplomatica’ sul documento relativo al futuro dell’approvvigionamento energetico
Dopo un acceso dibattito sul futuro dell’approvvigionamento energetico, i delegati del Plr, riuniti a Montreux, hanno trovato un compromesso sul tema scottante del nucleare, approvando a larga maggioranza un documento – modificato – sul tema.
Un passaggio controverso sulla gestione futura delle centrali atomiche è stato cancellato dal documento. La frase incriminata prevedeva di ‘elaborare le condizioni per permettere in particolare la realizzazione di centrali nucleari di nuova generazione’. Questo emendamento, richiesto dalla Conferenza dei presidenti di partito, ha scongiurato la minaccia di una divisione interna sulla questione. La proposta originale elaborata dalla direzione del Plr ha suscitato una forte opposizione all’interno del partito, specialmente tra le donne.
Il Plr, stando alla nuova formulazione, non vuole che, per la realizzazione o sostituzione di centrali, vi siano divieti all’uso di nuove tecnologie e ciò affinché possa essere garantito un approvvigionamento stabile di energia – comprese energie verdi – alle generazioni future. Vanno quindi formulate le condizioni legali affinché, a lungo termine e se necessario, anche nuove tecnologie legate al nucleare possano dare, nel rispetto della sicurezza, il proprio contributo all’approvvigionamento del Paese.
Dopo un lungo dibattito, la maggioranza dei delegati si è detta soddisfatta di questa formulazione, adottando la risoluzione con 248 e una astensione.
In mattinata, i delegati del Plr avevano pure deciso di opporsi a larga maggioranza alla cosiddetta ‘Lex Netflix’: per 275 voti a 53 e 10 astenuti hanno respinto la norma voluta dal parlamento che obbliga le piattaforme di streaming a investire il 4% del rispettivo reddito lordo generato in Svizzera nella produzione di film elvetici indipendenti.
Alla revisione della legge sul cinema si erano opposte – lanciando il referendum – le sezioni giovanili dell‘Udc, del Plr, dei Verdi liberali e anche diversi esponenti del Centro, i quali ritengono che la stessa ignori completamente il consumatore, oltre a introdurre un ’tassa sui film’. Il timore è che i servizi di streaming, a causa di questa nuova norma, aumentino i rispettivi prezzi.