Il comitato di cittadini “Sì alla pluralità mediatica” ha lanciato oggi a Berna la campagna in vista della votazione del 13 febbraio
"Senza media, niente democrazia." Con questo slogan il comitato di cittadini “Sì alla pluralità mediatica” ha lanciato oggi a Berna la campagna in favore del pacchetto di aiuti ai media, sul quale si voterà il 13 febbraio. Ne fanno parte rappresentanti del giornalismo e personalità provenienti dal mondo della cultura e dello sport.
“Media indipendenti sono indispensabili alla sopravvivenza della nostra democrazia diretta”, ha dichiarato la presidente del comitato Camille Roseau.
Oggi la Svizzera sta attraversando una crisi mediatica. Le testate - dal 2003 ad oggi ne sono sparite oltre 70 - hanno perso introiti derivanti dagli abbonamenti e dalla pubblicità a beneficio di imprese tecnologiche internazionali, ha sottolineato. Roseau teme una “morte dei giornali” in quasi tutte le regioni del Paese, ma soprattutto nella Svizzera romanda.
La scomparsa nel 2017 del periodico “L’Hebdo” ne è un esempio. L’ex vicedirettrice Chantal Tauxe, ha messo in guardia: “se non si fa nulla, v’è da temere che in futuro nessun rappresentante dei media si presenti alle conferenze stampa delle autorità di un piccolo comune. Come avverrà allora l’informazione a destinazione dei cittadini?”.
Secondo il comitato, il pacchetto di misure a favore dei media - che prevede un incremento degli aiuti di 151 milioni di franchi all’anno - è “equo”. I piccoli editori saranno maggiormente sostenuti rispetto ai grandi. I soldi andranno soprattutto laddove la diversità dei media e la democrazia hanno bisogno di una mano. Un “sì” consentirebbe a numerose piccole redazioni di esercitare il loro mestiere “in condizioni di lavoro degne”, ha dichiarato la fondatrice di Baba-News Albina Muhtari.
Inoltre, stando al co-presidente dell’associazione dei giovani giornalisti svizzeri, Pascal Scheiber, questo aiuto ai media garantirà pure la qualità, assicurando impieghi nelle redazioni. La formazione dei giovani giornalisti sarà pure sostenuta.
Il pacchetto, limitato nel tempo, permetterà alle redazioni di “respirare un po’”, gli ha fatto eco Tauxe. Le tariffe preferenziali sulla distribuzione dei giornali cartacei e il sostegno ai media online sono infatti previsti per sette anni.
Anche la cultura fa le spese della concentrazione dei media, beneficiando di meno copertura, secondo il presidente dell’associazione CH-Intercultur, Ulrich E. Gut. Gli attori del mondo culturale non hanno soltanto bisogno che il pubblico abbia accesso alle loro opere, ma anche di un’eco critica per continuare a svilupparsi.
I rappresentanti del mondo sportivo fanno la stessa constatazione. “Gli sport più marginali, le manifestazioni regionali, le competizioni giovanili, lo sport amatoriale e quello dei portatori di handicap ne faranno le spese”, ha dichiarato il membro della direzione del club calcistico zurighese FC Winterthur, Andreas Mösli.
L’aiuto ai media andrebbe anche a vantaggio dei fotografi della stampa e dell’agenzia Keystone-ATS. Il fotoreporter Laurent Gilliéron ha ricordato l’importanza del pacchetto di misure per i servizi che assicurano la copertura mediatica dell’attualità dappertutto in Svizzera e che costituiscono la base del lavoro nelle redazioni delle varie regioni linguistiche.