Anche il Consiglio nazionale si esprime a favore del progetto ‘Cargo sous terrain’. La rete di tunnel dovrebbe essere terminata entro il 2045.
Berna – Nuovo passo avanti in vista della realizzazione di una “metropolitana merci” sotto l’Altopiano. Dopo gli Stati in giugno, oggi anche il Consiglio nazionale ha approvato la nuova legge in materia. La Confederazione non parteciperà al finanziamento della costruzione e dell’esercizio degli impianti.
Il progetto Cargo sous terrain (CST) prevede la realizzazione di una galleria a tre corsie in funzione 24 ore su 24, che collegherà importanti centri logistici dell’Altopiano. La rete di tunnel si estenderà per circa 500 chilometri e dovrebbe essere conclusa attorno al 2045, ha indicato Frédéric Borloz (PLR/VD) a nome della commissione.
Le merci, che viaggeranno a una velocità di 30 km/h, saranno immesse e ritirate in modo completamente automatizzato attraverso pozzi dotati di montacarichi, per poi essere destinate alla distribuzione attraverso un sistema di logistica urbana. I costi complessivi si situerebbero attorno ai 30-35 miliardi di franchi.
La nuova Legge federale sul trasporto di merci sotterraneo prevede la necessità di una partecipazione a maggioranza svizzera per l’intera durata di vita dell’infrastruttura. Questa sarà integrata nel Piano settoriale dei trasporti come parte a sé stante. I gestori saranno tenuti al principio di non discriminazione: dovranno adempiere al proprio obbligo di trasporto fornendo a tutti pari condizioni di accesso.
Tra gli azionisti di CST figurano FFS Cargo, Swisscom, La Posta, l’aeroporto di Zurigo, la banca cantonale di Zurigo, La Mobiliare, Helvetia, Coop, Migros, Manor, Implenia, Holcim e i gruppi di logistica Rhenus e Panalpina.
Nell’esame di dettaglio, il Nazionale ha mantenuto una divergenza con gli Stati per quel che concerne le competenze della Commissione del trasporto ferroviario (ComFerr) che deve avere il potere di giudicare le controversie concernenti il calcolo del prezzo. I “senatori” hanno proposto lo stralcio di questa disposizione proposta dal governo.
Un’altra divergenza riguarda la questione dell’esproprio. Per il Nazionale, la procedura di espropriazione è applicabile non solo se sono falliti i tentativi mediante trattative private o ricomposizione particellare, ma anche “se gli interessi della Confederazione o di imprese parastatali non sono pregiudicati in modo essenziale”.
Altre due divergenze riguardano gli atti preparatori al deposito pubblico della domanda e lo smantellamento in caso di cessazione dell’attività. Nel voto complessivo la legge è stata approvata con 137 voti a 34 e 15 astenuti. Il dossier torna agli Stati per l’esame delle divergenze citate.