Svizzera

Stereotipi di genere e media, il Ticino è maglia nera

In Ticino la percentuale più bassa di donne menzionate nei media con il 21,5%. Rare anche le citazioni di donne come esperte e commentatrici

(Keystone)
15 settembre 2021
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Le donne sono menzionate molto meno spesso degli uomini negli articoli dei media svizzeri e sono anche meno sollecitate in qualità di esperte: il fenomeno, più evidente nella Svizzera italiana che nelle altre regioni linguistiche, è stato rilevato nell’indagine internazionale sui media Global Media Monitoring Project (Gmmp).

Le donne rappresentano il 28% delle persone menzionate nei media elvetici, ha comunicato oggi la Conferenza svizzera dei delegati alla parità (Csp), citando lo studio. La proporzione è aumentata di tre punti percentuali rispetto all’ultimo sondaggio del 2015, tuttavia, i media riflettono ancora uno squilibrio di genere.

Le donne sono particolarmente sottorappresentate in ambiti tradizionalmente maschili come gli affari (25%) e la politica (23%). La situazione è un po’ migliore negli articoli su arte e intrattenimento (38%).

Ci sono inoltre nette differenze tra le regioni linguistiche: la Svizzera italiana è il fanalino di coda con solo il 21,5% delle donne menzionate nei media. A primeggiare è la Svizzera tedesca dove la proporzione è del 29,1%, seguita dalla Svizzera romanda (27,8%) e della Svizzera romancia (25,7%).

Grande disparità si nota anche nei titoli: a dedicare più spazio alle donne sono Blick.ch (49%), 10vor10 (47%), 20 Minutes (45%) e RTS.ch (41%). All’altra estremità della classifica vi sono il Bund (3%) e LeTemps.ch (14%).

Difficilmente rappresentate come esperte

Lo studio mostra anche una ineguaglianza nella ripartizione uomo-donna riguardo alle funzioni professionali: le donne sono solo raramente citate come esperte e commentatrici (20%) mentre sono citate maggiormente in funzione di testimoni oculari (50%).

Il 29 settembre 2020, giorno in cui è stata effettuata l’analisi basata su 669 contributi, la percentuale di donne giornaliste nell’insieme dei media considerati (pagine internet, versioni stampate di giornali, trasmissioni radio e televisive così come Twitter) provenienti per la prima volta dalle quattro regioni linguistiche era del 39% (+2 punti percentuali dal 2015).

Particolarmente elevata è la proporzione di donne alla televisione e alla radio, dove tuttavia vi assumono più spesso il ruolo di presentatrici (53%) che quello di reporter (35%).

La Csp ha partecipato per la terza volta al Gmmp della World Association for Christian Communication (Wacc). L’indagine viene effettuata ogni cinque anni dal 1995.