Scendono anche (-25%) i ricoveri in cure intense, la cui occupazione complessiva passa dal 70% al 68%
Proseguono nella loro discesa gli indicatori relativi all'impatto sanitario della pandemia di coronavirus in Svizzera. La scorsa settimana i casi confermati in laboratorio sono stati 1235, il 47% in meno rispetto ai sette giorni precedenti, un trend al ribasso imitato anche da decessi e ricoveri.
È quanto si può estrapolare dal consueto rapporto settimanale del giovedì redatto dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), che si concentra sull'andamento dei dati nel periodo fra il 14 e il 20 giugno. La quota delle varianti considerate "preoccupanti" è dello 0% per la Beta, dello 0,9% per la Gamma e del 3,8% per la famigerata Delta, quella individuata per la prima volta in India.
Per quanto riguarda le ospedalizzazioni, da lunedì a domenica scorsi ne sono state registrate 41, contro le 66 dei sette giorni prima. Le cure intense ospitavano in media 76 pazienti Covid (-25%), di cui 53 sottoposti a ventilazione meccanica. L'occupazione di tali reparti è lievemente scesa dal 70% al 68%. Basso il numero delle vittime, passato da 15 a 11.
A livello cantonale, Uri (5.4 infezioni ogni 100'00 abitanti) è quello con il tasso di incidenza minore, davanti a Berna (8.2) e Lucerna (9.0). Il Ticino è circa a metà classifica con il suo 13.7, mentre i Grigioni (31.2) a questa voce hanno un dato migliore solo di Svitto (48.0) e Appenzello Interno (62.0).
Capitolo test, non si osservano grandi scossoni. Nella settimana in rassegna sono stati effettuati 141'111 tamponi (58% PCR e 42% antigenici rapidi), numero in calo dell'1,2%. La percentuale di PCR positivi è scesa dal 2,5% all'1,6%, quella dei rapidi dallo 0,9% allo 0,4%.
Il canton Uri è dove si svolgono più tamponi in relazione agli abitanti: 7136 ogni 100'000 persone. A Turgovia sono invece solo 955, mentre il Ticino (2261) si posiziona davanti ai Grigioni (1504).