"La Svizzera non vuole uscire da un accordo, bensì trovare una soluzione per svilupparlo" ha affermato il presidente della Confederazione
Nell'ambito dell'accordo quadro con l'Ue il presidente della Confederazione Guy Parmelin non andrà a Bruxelles per cercare di calcare le orme del premier britannico Boris Johnson, che in extremis era riuscito ad ottenere un'intesa sulla Brexit. "Le due situazioni non sono paragonabili", afferma il responsabile del Dipartimento federale dell'economia in un'intervista pubblicata oggi da Le Matin Dimanche. "La Svizzera non vuole uscire da un accordo, bensì trovare una soluzione per svilupparlo. E non è così che funzionano le cose in Svizzera. Siamo sette ministri uguali e io sono solo un primus inter pares. A un certo punto il Consiglio federale deve fare il punto della situazione con l'Ue. Poi potremo avere uno scambio con la presidente della Commissione europea. Ma non sarò io a fare il Boris Johnson a Bruxelles. I cittadini ne sono ben consapevoli".
"Il Consiglio federale continua le sue discussioni su questo argomento", prosegue Parmelin. "Quando sarà il momento, deciderà la sua posizione. Come presidente della Confederazione, sarò il portavoce di ciò che è stato convenuto e il 23 aprile andrò a Bruxelles". In agenda è previsto l'incontro con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. "Vedo che ci sono molti consiglieri politici, legali ed economici che mi dicono cosa fare: sono lusingato", ironizza il 61enne, che ribadisce l'intenzione di presentare l'opinione dell'insieme dell'esecutivo, nonostante il suo partito - l'Unione democratica di centro sia fermamente contrario all'accordo quadro. L'uomo politico vodese ricorda anche che il Consiglio federale riflette da tempo ad alternative, con lo scopo di preservare gli interessi economici del paese. E all'intervistatore che fa notare come in Svizzera si possa votare su tutto, anche sulle corna delle mucche, mentre non si sa se il popolo potrà dire la sua sulle relazione con l'Ue Parmelin taglia corto: "Si tratta di discussioni che devono ancora aver luogo".