Impossibile per molti connettersi al sistema per un problema tecnico. Lo conferma Stefan Hofer, portavoce dell'esercito
Non è cominciata nel migliore dei modi la scuola reclute per quelle giovani truppe che, a causa del coronavirus, oggi hanno iniziato la loro istruzione da casa. Molti non sono riusciti a connettersi al sistema per colpa di un problema tecnico.
Un inconveniente è sorto nell'e-learning, ha confermato a Keystone-ATS Stefan Hofer, portavoce dell'esercito. Il disguido è stato risolto soltanto all'inizio del pomeriggio. Il programma funziona, ma non è ancora stabile al 100%, ha precisato. L'origine della panne rimane sconosciuta.
Eppure l'esercito si era ben preparato a questa istruzione online, aumentando in anticipo la potenza di trasmissione in rete. I corsi saltati dovranno ora essere recuperati. L'Esercito ha previsto sei ore di formazione al giorno. Paragonato a una giornata "normale" di scuola reclute di 12 ore o più, tale recupero è giudicato sufficiente, ha aggiunto Hofer, tanto più che gli interessati possono organizzare la loro giornata come vogliono.
La prima scuola reclute del 2021 ha preso il via oggi in circostanze un po' particolari, dovute alla pandemia. Su 12'000 reclute, 7'200 hanno dovuto presentarsi normalmente in caserma, mentre per 4'800 l'avventura in grigioverde è iniziata davanti al computer di casa.
Questo secondo gruppo dovrà aspettare l'8 febbraio per entrare fisicamente in servizio, ma nel frattempo si sottoporrà a una sorta di insegnamento a distanza, che rappresenterà una prima infarinatura di conoscenze teoriche e della vita quotidiana militare. Inoltre, dovrà assolvere un allenamento sportivo. Lo scaglionamento è stato pensato per ridurre i rischi di contagi da Covid-19.
Nel quadro della visita sanitaria d'entrata obbligatoria, si legge in un comunicato odierno, a ognuna delle reclute e a ognuno dei circa 2'800 quadri verrà eseguito un test del SARS-CoV-2 entro le prime 48 ore. Tutti i militari dovranno trascorrere le prime settimane, inclusi i week-end, nelle caserme.
Per ora è impossibile dire quanti siano gli infettati, afferma Hofer. Ma tutto è pronto per garantire loro assistenza medica. Dei locali sono stati preparati in tutta la Svizzera per accogliere chi dovrà svolgere un periodo di isolamento o di quarantena: "Nessuno sarà rispedito a casa", sottolinea Hofer.
Le regole sanitarie in vigore sono le stesse introdotte già nel 2020. La mascherina - le disponibilità sono garantite - è obbligatoria ovunque e sempre, il numero di militi per camera è stato ridotto e gli effettivi saranno divisi in gruppi per i pasti, così da non sovraffollare le mense.
Tra le quasi 12'000 reclute vi sono 190 donne, un numero che ancora una volta è in aumento, dato che nel 2020 erano 171 e nel 2019 120. La percentuale sul totale continua a essere di poco inferiore all'1%. Durante la scuola reclute, 47 comandanti d'unità, 427 capisezione, 206 sottufficiali superiori e 2'177 sottufficiali svolgeranno il loro servizio per il conseguimento del grado.