Svizzera

Rendite a ex consiglieri federali, ‘valutare alternative’

Il Consiglio degli Stati accoglie un postulato. Il Governo dovrà chinarsi sulla questione.

(Keystone)
9 dicembre 2020
|

Berna – Le rendite versate agli ex consiglieri federali e agli altri magistrati non sono più al passo con i tempi. È quanto ritiene il Consiglio degli Stati che oggi ha approvato un postulato di Peter Hegglin (Ppd/Zg) con il quale si chiede di valutare i possibili modelli alternativi, presentandone vantaggi e inconvenienti nonché le conseguenze finanziarie.

Tali disposizioni partono dal presupposto che le persone elette non dispongono di alcuna previdenza professionale e che, se si ritirano o non vengono rielette, non beneficiano di altri redditi o rendite. Nel 1989 è introdotto il diritto alla pensione già prima dell'età di pensionamento. Se necessario, questo bisogno può anche essere coperto da un'indennità di partenza

Oggi invece, afferma lo zughese nel suo atto parlamentare, è verosimile ritenere che i magistrati – ossia i membri del Consiglio federale, il cancelliere della Confederazione e i giudici federali – dispongono, grazie alle precedenti attività professionali, di un Secondo pilastro. Questi, durante il loro mandato, non vengono però assicurati presso l'istituto di previdenza della Confederazione.

L'odierna normativa dunque pone problemi a livello di esecuzione. Allora, ad esempio, non esisteva la possibilità di effettuare prelievi di capitale nel Secondo pilastro.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔