Il Consiglio federale ha prorogato fino a fine settembre il divieto di grandi manifestazioni. Ma l'ultima parola spetta ai cantoni
In Svizzera, a partire da ottobre sono nuovamente consentiti grandi eventi con più di mille persone. Lo ha deciso questa mattina il Consiglio federale, prorogando di un mese il divieto attualmente in vigore «per permettere ai Cantoni di prepararsi», ha precisato la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga.
Gli eventi dovranno tuttavia disporre di severe misure di protezione ed essere approvate dai Cantoni. Nelle prossime due settimane la Confederazione intende collaborare con i Cantoni per elaborare criteri uniformi. «Non è un via libera a tutti – ha precisato Sommarigo –. Ogni allentamento porta a nuove responsabilità e in questo caso devono essere assunte dal settore dello sport e della cultura».
«Abbiamo deciso di rimandare di un mese la fine del divieto di manifestazioni con al massimo mille persone perché le nuove infezioni in Svizzera mostrano cifre di una certa importanza – ha rilevato Alain Berset, capo del Dipartimento federale dell’interno (oggi l'aumento è stato di 274, ai livelli di metà aprile) –. La situazione è sotto controllo, ma dobbiamo evitare che esploda. Vogliamo vedere cosa succede con i numerosi ritorni dalle vacanze delle prossime settimane e con la riapertura delle scuole: il virus è sempre presente e la situazione resta fragile e incerta. C'è inoltre bisogno di tempo anche per prepararci bene con i cantoni a questo passo». Da evitare, ha aggiunto Berset «quelle grandi manifestazioni con dei "grandi contaminatori". Vogliamo trovare un cammino per permettere di tenere queste manifestazioni, evitando però di mettere in pericolo quanto raggiunto nella lotta al Covid-19 con le dure misure di marzo e aprile. Tutto funzionerà se tutti rispetteranno le regole: tenere le distanze, indossare le mascherine se non si può stare lontani, mettersi in quarantena se si ritorna da paesi a rischio».
La decisione odierna del Consiglio federale può far tirare un primo grosso sospiro di sollievo alle federazioni sportive professionistiche e al settore dell'organizzazione di eventi. Un mantenimento a lungo termine del divieto di organizzare manifestazioni con oltre mille partecipanti era stato criticato da chi opera nel settore, poiché avrebbe compromesso la capacità finanziaria degli attori in gioco.
Nei prossimi giorni, il Consiglio federale incontrerà «le grandi federazioni sportive (hockey e calcio in primis, ndr.) per discutere della situazione», ha aggiunto Berset, sollecitato sul fatto che i campionati di hockey e calcio dovrebbero riprendere a metà settembre, quindi due settimane prima della fine del divieto delle grandi manifestazioni. «Questi termini sono già abbastanza "sportivi" (rapidi, ndr.). Quello che conta per noi è che i concetti di protezione siano sviluppati e implementati in maniera efficace e che i cantoni abbiano abbastanza capacità di tracciamento per affrontare i casi peggiori».
Come detto, poter autorizzare eventi con più di mille partecipanti, i Cantoni devono tenere conto della loro situazione epidemiologica e delle loro capacità di ricostruire le catene di contagio.
Con questo prudente allentamento, sostiene l'esecutivo, il Consiglio federale intende "evitare un peggioramento della situazione epidemiologica tenendo conto delle esigenze della popolazione e degli interessi economici delle società sportive e degli organizzatori di manifestazioni culturali".
Il governo ha difeso la propria posizione, affermando che non tutti i grandi eventi comportano gli stessi rischi dal momento che vi sono manifestazioni importanti in cui la distanza minima può essere ampiamente mantenuta.
Gli eventi con più di mille persone sono stati vietati in Svizzera dal 28 febbraio 2020, nel tentativo di contenere la pandemia allora non sotto controllo. Il divieto, che si applica fino al 31 agosto, è stato prorogato di un mese fino alla fine di settembre in modo da permettere ai Cantoni di avere più tempo per preparare il regime di approvazione e, se necessario, aumentare le capacità di rintracciamento dei contatti.
Settimana scorsa, il capo della task-force della Confederazione contro il Covid-19, Martin Ackermann, aveva criticato la riapertura delle grandi manifestazioni di fronte ai dati epidemiologici attuali. Aveva inoltre caldeggiato una diminuzione da mille a 100 persone il limite massimo di partecipanti, è stato fatto notare a Berset. «Non si ascoltano più gli esperti?», è stato chiesto al consigliere federale. «La politica fa della politica: cerchiamo di prendere decisioni ascoltando tutti, tentando di trovare il miglior percorso – ha commentato Berset –. Già nel pieno della pandemia alcuni esperti suggerivano di chiudere tutto per molto tempo. Abbiamo dimostrato che si può tenere sotto controllo la situazione pur senza mantenere» il lockdown. Dopo sei mesi di pandeimia «si impara a convivere con il virus», ha aggiunto.
Intanto da metà agosto sarà obbligatorio indossare una maschera anche sugli aerei. La misura riguarda tutti i voli di linea e charter che decollano o atterrano in Svizzera, indipendentemente dalla compagnia aerea.
Dal 6 luglio è già obbligatorio indossare una maschera nei trasporti pubblici.
Il Consiglio federale ha inoltre deciso che i diplomatici stranieri siano esentati dall'obbligo di quarantena se il loro ingresso è necessario per il corretto funzionamento delle ambasciate. Anche i diplomatici svizzeri sono ora esenti dalla quarantena per le necessarie attività ufficiali.
La crisi del coronavirus, nel corso degli ultimi mesi, ha comportato spese e costi non indifferenti per tutti i settori. Anche l'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) si è trovato confrontato con diverse spese, tra cui lo sviluppo dell'app SwissCovid, la gestione della hotline e l'allestimento delle campagne informative. Per questo motivo, il governo ha chiesto un credito aggiuntivo di 31,6 milioni di franchi per la gestione della pandemia di Covid-19.
Intanto, ha fatto sapere il consigliere federale Guy Parmelin, l'assicurazione contro la disoccupazione ha pagato una cifra record di indennità per lavoro ridotto a causa del Covid-19 e rischia di raggiungere il limite di indebitamento. Per evitare un aumento dei contributi salariali, il Consiglio federale chiede al parlamento un credito supplementare fino a 14,2 miliardi. Nel frattempo saranno abrogate la maggior parte delle disposizioni speciali relative alla disoccupazione.
A partire dal primo settembre gran parte delle misure straordinarie decise nel settore della disoccupazione e del lavoro ridotto saranno abrogate, come già annunciato il 20 maggio. In questo momento ci sono 50'000 disoccupati in più rispetto allo scorso anno, ma negli ultimi mesi la situazione si è stabilizzata, ha detto Parmelin. Le indennità per lavoro ridotto sono il principale strumento per stabilizzare il mercato del lavoro e funzionano bene, ha aggiunto.
In base alla vecchia ordinanza le imprese che tra il 1° marzo e il 31 agosto hanno subito una perdita di lavoro superiore all’85% potevano superare il limite dei quattro periodi di indennità per lavoro ridotto. Dal 1° settembre invece torna in vigore la regolamentazione usuale che non prevede eccezioni al limite. Inoltre il testo prevede la possibilità di richiedere le indennità di lavoro ridotto anche per i dipendenti che si sono dedicati alla formazione degli apprendisti, anche se formalmente non hanno interrotto il lavoro.
Il Consiglio federale propone infine di mantenere procedure sommarie per la richiesta del lavoro ridotto fino a fine anno. Questo facilita la vita nei cantoni che hanno dovuto affrontare una valanga di richieste, ha spiegato Guy Parmelin. Lascia un lasso di tempo supplementare per trovare soluzioni e tornare al regime ordinario nel 2021.
La modifica dell'ordinanza dovrebbe entrare in vigore il primo settembre, ma solo se il Parlamento adotterà la relativa legge, ha precisato ancora il consigliere federale.