Svizzera

Alimenti spesso ancora buoni oltre la data di scadenza

Grazie a un'inizitiva del movimento Too Good To Go, da dicembre su alcuni prodotti di marche importanti sarà indicato che sono commestibili più a lungo

16 novembre 2019
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Un alimento rimane sovente commestibile più a lungo di quanto viene indicato dalla data di scadenza. Per questo motivo da dicembre diversi marchi elvetici importanti applicheranno sui loro prodotti l’indicazione “spesso buono oltre”. E questo grazie all’iniziativa promossa dal movimento ‘Too Good To Go’ – attivo in Svizzera e in altri Paesi europei – che lotta contro lo spreco alimentare.

«Nell’Unione europea ogni anno vengono gettate nella spazzatura circa 89 milioni di tonnellate di cibo. E il 10% di questo spreco è causato da una cattiva interpretazione delle date di scadenza», afferma a ‘laRegione’ Fiorenzo Comini, responsabile di Too Good To Go per la Svizzera italiana. Lo scorso mese di aprile l’Ufficio federale dell’ambiente aveva indicato che ogni anno in Svizzera vengono buttate 1,7 milioni di tonnellate di alimenti ancora commestibili. Solo le economie domestiche gettano nella spazzatura 480mila tonnellate di cibo, che corrisponde a circa 60 kg pro capite.

Secondo Too Good To Go “molti consumatori non conoscono la differenza tra ‘da consumare entro il’ e ‘da consumare preferibilmente entro il’”, si legge in un comunicato. Nel primo caso si tratta della data di scadenza vera e propria, ovvero il termine dopo il quale la consumazione di un prodotto può, teoricamente, diventare nocivo per la salute. Nel secondo caso si tratta invece del cosiddetto ‘termine minimo di conservazione’. Entro tale data il produttore garantisce che l’alimento conserva totalmente le sue proprietà specifiche. Si tratta di una sorta di garanzia di qualità.

«Questi prodotti (come il riso, la pasta o i biscotti) rimangono di regola buoni per un lungo periodo dopo questa data», afferma da noi contattata Laura Regazzoni Meli, segretaria generale dell’Associazione consumatori e consumatrici della Svizzera italiana (Acsi). Ma spesso anche «la carne, il pesce o lo yogurt possono ancora essere consumati» oltre la data di scadenza: «Nel 2012 abbiamo fatto analizzare dal laboratorio cantonale dieci prodotti freschi scaduti da quattro settimane. Praticamente tutti erano ancora buoni. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che le aziende sono spesso troppo prudenti nel fissare le date di scadenza». Sia l’Acsi, sia Too Good To Go invitano quindi i consumatori a usare i propri sensi: prima di gettare un prodotto va osservato, annusato e assaggiato.

Resta il fatto che il movimento è riuscito a convincere diverse aziende a collaborare per ridurre lo spreco alimentare: da dicembre si potranno trovare nei supermercati o in altri punti vendita alcuni prodotti di Emmi, Cailler, Hug, Hero o Knorr con la scritta ‘da consumare preferibilmente entro il’ seguito da ‘spesso buono oltre’. «Per il momento l’indicazione sarà solo in francese e in tedesco – precisa Comini –, ma stiamo lavorando per far sì che venga scritta anche in italiano. Intanto abbiamo contattato alcuni produttori ticinesi che sembrano interessati a questa iniziativa».

Per il momento Too Good To Go collabora in particolare con le imprese, le quali agiscono su base volontaria: «Attualmente è la via più semplice e diretta da percorre», spiega Comini. «L’intenzione è però anche quella di collaborare con le autorità elvetiche con l’obiettivo di sensibilizzare ancora di più i cittadini sul tema dello spreco alimentare». Infatti, solo con l’appoggio dello Stato, il movimento ritiene di poter compiere la sua «vera missione: ovvero vivere in un mondo nel quale tutto il cibo prodotto viene anche consumato».

Too Good To Go è in realtà già attivo in Ticino: attraverso un’applicazione per smartphone mette in contatto i rivenditori con i clienti che possono acquistare «un paniere a sorpresa», composto da prodotti invenduti, scelti a discrezione dal commerciante, che solitamente verrebbero gettati. «Sono circa una cinquantina i partner presenti in Ticino», sottolinea Comini. Si tratta in particolare di «piccoli negozi, panetterie, pasticcerie, ristoranti, e così via. Sono molto contenti di partecipare al progetto perché in questo modo riescono a ridurre lo spreco e i costi, attirando nel contempo nuovi clienti grazie a una maggiore visibilità».

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