Sprona il Consiglio nazionale a respingere l'iniziativa 'Per un'immigrazione moderata'. A rischio economia e impieghi. Le reazioni di Lega e Udc
Il Consiglio nazionale dovrebbe bocciare l'iniziativa dell'UDC "Per un'immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione)", volta ad annullare la libera circolazione delle persone con l'Unione europea. È quanto raccomanda, con 16 voti a 8, la Commissione delle istituzioni politiche della Camera del popolo.
Gli argomenti emersi nel corso delle discussioni sono "più o meno gli stessi" di quelli espressi per le precedenti iniziative democentriste, in particolare quella contro l'immigrazione di massa, ha affermato in conferenza stampa Kurt Fluri (PLR/SO), presidente della commissione. La maggioranza si oppone, perché teme in particolare che la fine della libera circolazione metta a rischio l'economia e gli impieghi in Svizzera.
La minoranza ritiene che l'immigrazione sia troppo elevata e che la Confederazione debba poterla di nuovo regolamentare in maniera autonoma. Il Nazionale si occuperà del dossier nel corso della sessione autunnale.
Se l'iniziativa venisse accettata dal popolo, le autorità avrebbero un anno per negoziare la fine dell'accordo con Bruxelles. Se non si dovesse trovare una soluzione, il Consiglio federale dovrebbe uscire dall'intesa nel mese successivo, col rischio di far cadere l'insieme degli accordi bilaterali.
Per i promotori, la "preferenza indigena light" è un costrutto burocratico inefficace, che non rispetta la volontà popolare. L'annuncio prioritario delle offerte di lavoro ai disoccupati iscritti in Svizzera non applica inoltre l'iniziativa contro l'immigrazione di massa, accettata in votazione il 9 febbraio 2014.
La commissione boccia anche l'iniziativa inerente l'obbligo di rispettare l'unità della materia per gli atti legislativi sottoposti a referendum, che rischierebbe di rendere più difficile il raggiungimento di compromessi politici.
Ribadendo il loro sostegno “incondizionato e convinto alla libera circolazione delle persone”, Ps, Plr, Ppd, Verdi e Verdi liberali “presentano l'apologia delle frontiere aperte, rifiutando la reintroduzione della preferenza ai residenti sul mercato del lavoro, ora le maschere sono cadute perché le bugie hanno le gambe corte”. A esprimersi è l'Udc ticinese con un comunicato stampa. “Questi partiti non vogliono e non hanno mai voluto applicare l’iniziativa accettata il 9 febbraio 2014 dal Popolo svizzero. L’applicazione light è stata solo una cortina fumogena che non è servita a nulla se non a gettare fumo negli occhi delle elettrici e degli elettori”. I partiti citati, si sottolinea ancora nel comunicato, “non vogliono e non hanno mai voluto disdire la libera circolazione e ripristinare il sistema di successo che la Svizzera ha conosciuto dal 1986 al 2008. Così come da decisione popolare”. L’Udc, al contrario, “chiede che la Costituzione sia applicata e che delle regole proteggano le nostre lavoratrici, i nostri lavoratori e il nostro mercato del lavoro”.
Peccato che solo 3 deputati (il gruppo Udc) su 10 “si schierino in favore degli interessi della Svizzera e degli svizzeri e rispettino le decisioni della maggioranza dei ticinesi che ha sempre bocciato questo sistema estremamente dannoso per il nostro Cantone”. Alle prossime elezioni federali, “è fondamentale rafforzare questa compagine, altrimenti il nostro Paese non potrà mai più tornare a gestire la propria immigrazione e difendere i propri posti di lavoro. In mano loro il Paese entro la fine della prossima legislatura sarà nelle mani dell’Ue a tutti gli effetti”.
La decisione presa oggi dalla Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale ha suscitato la reazione della Lega dei Ticinesi che prende atto “senza nessuna sorpresa” dell'invito a espingere l’iniziativa popolare “per un’immigrazione moderata” che chiede “l’abolizione della devastante libera circolazione delle persone”. Ancora una volta, si legge in un comunicato spampa, “il triciclo sovranofobo Plr-Ppd-Pss, accecato dall’asservimento all’Ue, rifiuta ostinatamente di porre qualsiasi correttivo all’invasione da sud, e respinge scandalizzato l’idea che gli svizzeri tornino a decidere in modo autonomo sull’immigrazione. Non ancora contento, il triciclo smania per sottoscrivere l’accordo quadro istituzionale che trasformerebbe la Svizzera in una colonia di Bruxelles”.