Secondo il pediatra Valdo Pezzoli, i disturbi alimentari sono un problema reale che si può manifestare anche all'inizio dell'adolescenza
L’anoressia colpisce ragazzi sempre più giovani. Ieri il ‘Tages-Anzeiger’ ha portato alla luce il caso di una bambina di 11 anni colpita da questo disturbo ed ha evidenziato come questo fenomeno sia in crescita. Secondo il dottor Valdo Pezzoli, primario di Pediatria dell’età evolutiva dell’Istituto pediatrico della Svizzera italiana, il problema è reale: «L’anoressia si può manifestare anche all’inizio dell’adolescenza, dunque a un’età molto bassa», dice a ‘laRegione’.
Il ‘Tagi’ ha raccontato la storia di una giovane che ha dapprima rinunciato a mangiare i dessert, per poi perdere, con il passare del tempo, sempre più peso, fino a raggiungere i 32 chilogrammi a 12 anni. E questo perché, nel confronto con le altre ragazze, reputava le sue gambe troppo muscolose. I genitori hanno quindi notato che non mangiava più, che era depressa, apatica e che spesso aveva lo sguardo perso nel vuoto. Quando poi la ragazzina, che praticava atletica, è svenuta durante una maratona di 5 chilometri, i genitori si sono rivolti alla clinica universitaria specializzata in psichiatria infantile e giovanile di Zurigo, vedendosi confermare che negli ultimi anni casi come questo non sono più un’eccezione.
Il dottor Pezzoli conferma che la situazione in Ticino riflette ampiamente quella del resto della Svizzera. Il problema non è però tanto la manifestazione dell’anoressia in età sempre più precoce, quanto il fatto che in generale molte persone associano questo problema a «giovani donne che hanno 20 anni. In diversi casi questo disturbo colpisce invece allievi e allieve di seconda o terza media».
Ma cosa fare quando ci si trova davanti una situazione del genere? «Quando una ragazza o un ragazzo ha un comportamento alimentare anomalo, bisogna rivolgersi agli specialisti, ad esempio un pediatra, un dietista o uno psicologo. Infatti – precisa Pezzoli –, è devastante per tutta la persona, travolge il corpo e la mente. Ed è quindi necessario un trattamento multidisciplinare». D’altro canto anche la prevenzione gioca un ruolo fondamentale: «È molto importante sensibilizzare sia i professionisti che si occupano di adolescenti, come i docenti, sia i genitori: quando a 12, 13 o 14 anni si perde peso, questo deve essere interpretato come un segnale di allarme».
Come possibili cause, il ‘Tages-Anzeiger’ individua in particolare i social media, ma anche una generazione di genitori (quella odierna) che è stata a sua volta condizionata da diete e ideali di magrezza veicolati da cinema e media. «Per l’adolescente il confronto con i coetanei è di importanza fondamentale», spiega il primario di Pediatria dell’età evolutiva. «I social media stanno sicuramente influenzando il fenomeno dell’anoressia nell’adolescenza, visto che permettono la riproduzione illimitata, ad esempio, di fotografie. Per questo possono diventare dei veicoli pericolosissimi: l’adolescente vede la magrezza come qualcosa di positivo, ma in realtà è una trappola fatale». Inoltre, «se una volta il confronto era reale, ora non lo è più, visto che le fotografie su internet sono spesso ritoccate o modificate per far sembrare la persona più magra».
Oltre a ciò, «l’adulto odierno ha un approccio diverso con l’alimentazione rispetto alla generazione precedente», sottolinea Pezzoli. Il problema è che «c’è molta confusione e disinformazione quando si parla di alimentazione ‘corretta’ o ‘sana’. E questo perché (oltre alle teorie di varie origini) in molti casi i genitori consigliano diete che possono magari funzionare in determinate situazioni, ma che non sono per niente adatte in altre: ad esempio una dieta povera di calorie può essere adatta per chi ha problemi di obesità, ma non lo è per un adolescente che sta crescendo e che ha quindi bisogno di energia», spiega l’esperto.
Va ricordato che l’anoressia è una malattia molto grave che può portare alla morte. «Nella pratica quotidiana vedo, purtroppo con una certa frequenza, ragazzi e ragazze che iniziano a perdere peso sotto la pressione di adulti o di coetanei, i quali dicono loro di farlo perché sono in sovrappeso. E molte anoressie iniziano proprio a causa di un fattore scatenante come questo», conclude Pezzoli.