Svizzera

Un indigesto piano d’azione

Lotta allo spreco alimentare, Isabelle Chevalley rilancia in Parlamento. A destra la cosa non va giù.

(Keystone)
20 dicembre 2018
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In Svizzera è arrivata una app danese che incentiva ristoratori, dettaglianti e consumatori a ridurre lo spreco alimentare. Le start-up e le iniziative private in ambito ‘Food Waste’ fioriscono anche da noi. E il tema ha ormai acquisito valenza politica. Nel concreto, però, poco si è mosso. Per questo la consigliera nazionale Isabelle Chevalley ha rilanciato. Ma il postulato con il quale in settembre ha chiesto al Consiglio federale – a nome del gruppo verde liberale – di elaborare un apposito piano d’azione per lottare contro lo spreco alimentare, non è andato giù ad alcuni parlamentari della destra.

La Svizzera si è impegnata a dimezzare entro il 2030 il Food Waste (Agenda Onu 2030). E quest’ultimo è oggetto di una misura del piano d’azione ‘Economia verde’ adottato nel 2013 dal Consiglio federale. Ma “motivi finanziari” hanno spinto l’Ufficio federale dell’ambiente a rinunciare a una campagna informativa prevista per il 2016. Per il resto finora non s’è fatto granché, salvo «organizzare tavole rotonde qui e là, ogni tanto», dice alla ‘Regione’ Isabelle Chevalley.

Non è la prima volta che la vodese ci prova. L’ultima lo scorso anno, quando con dei colleghi riuscì a far passare in commissione una mozione che incaricava il governo di semplificare le normative di legge esistenti, in modo da favorire la diminuzione delle perdite di derrate alimentari. La mozione, approvata dal Nazionale, venne affossata dagli Stati. Nel frattempo Isabelle Chevalley ha «cambiato tattica»: «Ho sempre cercato di proporre cose molto concrete. E non ha mai funzionato. Ora chiedo che venga elaborato un piano d’azione: spero che serva a constatare le lacune esistenti, e che ciò dia il la a misure concrete», spiega la deputata del Pvl.

L’idea: coordinare le molte «azioni isolate, sorte un po’ ovunque» e avviarne di nuove in collaborazione coi privati. «A cosa serve porsi degli obiettivi, se poi non ci si dà i mezzi per raggiungerli? Abbiamo davvero bisogno di un piano d’azione. E che lo Stato funga da coordinatore», osserva Chevalley. Gli uffici federali competenti, fa notare, sono «molto contenti» del postulato. E lo stesso governo propone di accoglierlo. Un mese fa si è detto disposto a elaborare un piano d’azione che includa, “se del caso, nuove misure volontarie” oltre a quelle esistenti e “misure di accompagnamento da parte della Confederazione”. “Probabilmente nel 2024” si vedrà se le misure saranno bastate o se serviranno adeguamenti.

Una parte della destra invece storce il naso. Christian Wasserfallen (Plr/Be) e Claudio Zanetti (Udc/Zh) si sono opposti: la discussione nel plenum è stata rinviata a marzo. Isabelle Chevalley era «sicura» di far breccia stavolta. Non si spiega «come ci si possa opporre» alla «semplice richiesta di riflettere» alla questione, visto che «un piano d’azione in sé non cambierà le leggi, ma si limiterà semmai a proporre di farlo». Ma Wasserfallen sa bene perché combatte il postulato, che giudica «molto pericoloso»: «Se il Consiglio federale propone di accoglierlo, significa che vuole il piano d’azione. E se passa in Parlamento, il piano d’azione si farà: non ci sarà bisogno di una mozione che crei le basi legali per poterlo elaborare», dice alla ‘Regione’ il consigliere nazionale bernese.

Isabelle Chevalley, secondo lui, «vuole una regolamentazione, compiti e obblighi». Ma «i diversi settori – albergheria, ristorazione, supermercati, ecc. – si regolano già da sé. Non devono essere tutti – dal più piccolo commercio al più grande supermercato o albergo – sottoposti a una stessa regolamentazione. Non c’è alcun bisogno di legiferare». I piani d’azione non sarebbero così innocenti come sostiene la vollega vodese: «Il problema è che così si dà al governo una procura generale, per fare praticamente qualsiasi cosa al di fuori delle basi legali esistenti. Lo abbiamo visto con l’‘economia verde’: il Parlamento ha respinto [nel 2016, ndr] l’iniziativa dei Verdi [che chiedeva tra l’altro di agire anche sullo spreco di alimenti, così come l’iniziativa ‘Per alimenti equi’ bocciata alle urne in settembre, ndr], il popolo pure; nonostante questo, il Consiglio federale con un piano d’azione ha fatto di tutto, come se non ci fosse stata alcuna decisione del Parlamento e del popolo. Non voglio che ciò si ripeta».