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Olimpiadi estive, quante emozioni in 31 edizioni

Da James Connelly a Usain Bolt, passando per la Berlino del 1936 e il dramma di Monaco del 1972. La prima parte della storia dei Giochi, dal 1896 al 1972

Emil Zatopek
21 luglio 2021
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Il primo flash in bianco e nero aveva il volto di James Connolly, studente americano vincitore nel 1896 del triplo ad Atene e passato alla storia come prima medaglia d'oro dei Giochi dell'era moderna. Poi c'è stato quello della maratona choc di Londra di Dorando Pietri. E gli ori di Owens a Berlino '36 nella Germania di Hitler ai magici 200 metri di Berruti a Roma '60, ancora l'attacco terroristico a Monaco '72, il doping di Ben Johnson a Seul '98, fino all'epopea d'oro di Usain Bolt, autore di una leggendaria tripletta con il titolo nei 100 e 200 metri vinto in tre Olimpiadi consecutive (2008, 2012 e 2016). E poi i boicottaggi, le proteste (prime fra tutte il pugno nero alzato sul podio di Messico '68 da Smith e Carlos), il Muhammad Alì malato e tremante che commuove il mondo ad Atlanta, i record di ori di Phelps, l'atleta più titolato nella storia dei Giochi con 28 medaglie complessive (di cui 23 d'oro). Sono le cartoline di oltre 120 anni di storia di quell'incantesimo dei Giochi che si rinnova ogni quadriennio: un solco nel segno dello sport e della fratellanza fra i popoli nata dall'idea del barone francese Pierre de Coubertin.

Atene 1896: alla prima edizione si presentarono 300 atleti (197 greci) in rappresentanza di 13 paesi e 3 continenti. Nove gli sport in programma: atletica, ciclismo, scherma, lotta ginnastica, nuoto, pesi, tennis e tiro. James Connolly, studente americano ad Harvard, vincendo il triplo con 13m71, divenne il 6 aprile 1896 il primo campione olimpico dell'era moderna. Ma a eccitare la fantasia fu l'impresa di Spiridon Louys, vincitore della maratona sul tracciato percorso da Filippide da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria sui persiani.

Parigi 1900: la seconda edizione si svolse nella capitale francese durante l'Esposizione Universale e fu la prima Olimpiade aperta alle donne: la velista svizzera Helene De Pourtales in una gara mista e la tennista inglese Charlotte Cooper si aggiudicarono le prime medaglie d'oro femminili di sempre. 

Saint Louis 1904: il presidente americano Roosevelt li volle per il centenario dell'annessione della Louisiana. Scarsa la partecipazione con 600 atleti (432 americani), di 11 nazioni, perché la traversata dell' Atlantico scoraggiò molti. L'Italia partecipò solo con due immigrati. L'eroe fu Archie Hann, autore di una tripletta: 60, 100 e 200 metri. Il vincitore della maratona, Fred Lorz (Usa), fu squalificato per aver utilizzato per un tratto un'automobile

Londra 1908: nella capitale inglese si presentarono 2’000 atleti di 22 paesi. Quei Giochi passarono alla storia anche per la storia di Dorando Pietri. Nella maratona, per la prima volta portata agli attuali 42km195, l'atleta di Carpi fu squalificato perché, prima dell'arrivo e distrutto dalla fatica, fu aiutato a non cadere da un giudice. Ricevette però la coppa della Regina.

Stoccolma 1912: i Giochi videro in gara 2.500 atleti di 28 paesi. Protagonisti l'americano Ralph Craig, vincitore dei 100 e 200, il finlandese Hannes Kolehmainen, tre ori nel fondo, e il pellerossa Jim Thorpe, colpevole di “professionismo” per aver giocato a baseball prima dei Giochi: 70 anni dopo gli avrebbero riconosciuto le medaglie conquistate nel pentathlon e nel decathlon. Ancora un dramma nella maratona. Il portoghese Francisco Lazaro, 21 anni, a causa del caldo si accasciò' al suolo e morì poco dopo.

Anversa 1920: dopo la battuta d'arresto a causa della prima guerra mondiale, i Giochi ripresero nel 1920 ad Anversa anche se gli strascichi del conflitto lasciarono il segno (non invitate Germania e Austria). Parteciparono 2’591 atleti di 29 nazioni. Trionfarono gli Stati Uniti con 41 ori. 

Parigi 1924: Parigi offrì per la prima volta ai 3’075 atleti di 44 paesi un villaggio, uno stadio da 60mila posti e la prima piscina olimpica. Con 99 medaglie, 45 d'oro, l'America finì in testa. Furono i Giochi del finlandese Paavo Nurmi con 5 ori nell'atletica, e di Johnny Weissmuller, il nuotatore che diventò famoso sul grande schermo interpretando Tarzan.

Amsterdam 1928: le olimpiadi olandesi, furono possibili grazie a una sottoscrizione pubblica. Per la prima volta la fiamma olimpica restò accesa allo stadio giorno e notte e furono riammessi i tedeschi. Parteciparono 3000 atleti di 46 Paesi. Weissmuller brillò ancora, e Nurmi proseguì la collezione di medaglie nell'atletica (9 ori in 3 edizioni).

Los Angeles 1932: la Grande depressione e il crollo di Wall Street del 1929 non impedirono il successo dei Giochi di Los Angeles. Gli Usa vinsero 103 medaglie (41 d'oro). Per la prima volta partecipò la Cina. Fu introdotto il cronometro automatico, il fotofinish e il podio a tre gradini.

Berlino 1936: furono i Giochi all'insegna delle imprese di Jesse Owens e della propaganda nazista. Per la prima volta la torcia viene portata da Olimpia alla sede dei Giochi, coinvolgendo 3’000 tedofori. Presenti 4’000 atleti di 49 paesi in 24 discipline. A sfidare la propaganda nazista pensa Jesse Owens, nero americano, capace di vincere 4 medaglie d'oro. Quando nel lungo batte il tedesco Carl Long, Hitler lascia lo stadio. La Germania vince 89 medaglie (33 d'oro), gli Usa 56 (24 d'oro). Un anno più tardi De Coubertin muore a Losanna.

Londra 1948: il clima di austerità caratterizza i Giochi post bellici. A Londra gareggiano 4’000 atleti di 59 Paesi (esclusi Germania e Giappone). Due donne si mettono in risalto: l'olandese Fanny Blankers-Koen, madre di tre bambini, vince 4 ori nell'atletica (100, 200, 4x100 e 80 hs), e la francese Micheline Ostermeyer che vince 2 ori nel disco e nel peso.

Helsinki 1952: Escluso dal movimento olimpico con l'accusa di professionismo, il finlandese Paavo Nurmi entra comunque nello stadio Olimpico per passare la fiaccola all’ultimo tedoforo. Aumentano gli iscritti: 5’000 atleti di 69 paesi. I riflettori sono tutti per il cecoslovacco Emil Zatopek, vincitore nei 5’000, 10’000 e nella maratona. 

Melbourne 1956: a Melbourne partecipano 3’300 atleti di 67 nazioni, con la Germania unificata per volere del Cio. Per la crisi di Suez e l'invasione dell'Ungheria, i Giochi rischiano di fallire, dopo i forfait di Egitto, Libano, Iraq, Olanda e Spagna. Il medagliere è dominato dall'Urss: 98 podi, 37 ori. 

Roma 1960: sono i primi Giochi della televisione (diretta attraverso l'Eurovisione). Nell'atletica brillano Livio Berruti con l'oro nei 200, la gazzella nera Wilma Rudolph, l'etiope scalzo Abebe Bikila che nella maratona portò all'Africa il primo successo olimpico. Nella boxe comincia la leggenda di Cassius Clay, vincitore nei mediomassimi, ma anche quella di Nino Benvenuti. L’Urss comda nel medagliere (103), davanti agli Usa (71).

Tokyo 1964: sono i primi Giochi asiatici. Entrano nel programma olimpico judo e pallavolo. Restano fuori i sudafricani per la loro politica di apartheid. Abebe Bikila bissa l'oro nella maratona. Quattro ori per lo sprinter del nuoto Usa Don Schollander, l'australiana Dawn Fraser conquista il terzo titolo consecutivo nei 100 stile libero. Gli Usa battono l'Urss nel medagliere (è la prima volta dal 1952) con 36 ori contro 30. 

Città del Messico 1968: primi Giochi in altura e con le novità del cronometraggio elettronico e delle piste in tartan. Molti i record mondiali battuti: 100, 200 e 400 metri. Con gli statunitensi Jim Hines (il primo sotto i 10’’), Tommie Smith e Lee Evans. Per protesta contro il razzismo negli Usa, Smith e il bronzo nei 200 metri John Carlos salgono sul podio con il pugno alto e con un guanto nero al momento dell'inno americano. Un gesto che costò loro l'esclusione dai Giochi da parte del comitato olimpico Usa. Nel salto in alto lo statunitense Fosbury lancia la tecnica dorsale che porta il suo nome. Al Oerter vince un quarto oro nel disco. Sensazionale il volo a 8m90 nel lungo dello statunitense Bob Beamon, un record mondiale che resisterà 23 anni.

Monaco 1972: è l'edizione tristemente nota per il blitz nel villaggio olimpico di guerriglieri palestinesi che prendono in ostaggio atleti e tecnici israeliani chiedendo la liberazione di alcuni loro compagni detenuti. Undici israeliani vengono uccisi. Le gare interrotte per 24 ore in segno di lutto. Protagonista di Monaco è Mark Spitz che colleziona 7 ori nel nuoto. Sboccia il talento di Pietro Mennea, bronzo nel 200. Nella ginnastica riflettori sull'enfant prodige Olga Korbut. I sovietici dominano nel medagliere con 50 ori (33 per gli Usa).