Il fuoriclasse serbo esorta le istanze mondiali della racchetta a rivedere regole e procedure nei confronti di chi bara
A margine del caso-Sinner, Novak Djokovic ha esortato lunedì le massime autorità del tennis a rivedere l'intero sistema che regola la lotta al doping. Il maggior problema, secondo il serbo, è l'incoerenza mostrata nel trattare i casi dell'italiano o di Iga Swiatek in confronto a quelli relativi a giocatori molto meno celebri e importanti. «La maggior parte dei colleghi con cui ho parlato negli ultimi mesi è insoddisfatta del modo in cui l'intera faccenda Sinner è stata gestita», ha detto Nole a Doha, dove ha ripreso a giocare (in doppio con Fernando Verdasco) tre settimane dopo il forfait contro Zverev nella semifinale dell'Open d'Australia.
Ricordiamo che Jannik Sinner (numero 1 al mondo) è stato squalificato sabato scorso per 3 mesi dalla Wada (l'agenzia mondiale antidoping) per aver assunto nel 2024 un anabolizzante, mentre qualche settimana fa aveva punito con 1 mese di sospensione Iga Swiatek, 2a del ranking, per aver usato un medicamento cardiaco proibito. «I giocatori trovano ingiuste queste decisioni», ha spiegato Djokovic, «perché danno l'impressione che ci sia del favoritismo. Pare che un giocatore di alto livello – in grado di far capo ai migliori avvocati – possa in qualche modo condizionare i risultati. È dunque giunto il momento di chinarci sul problema di questo antidoping incoerente».
L'Associazione dei giocatori di tennis, cofondata dallo stesso Nole nel 2021, aveva già denunciato su X dei pregiudizi inaccettabili nelle decisioni delle autorità antidoping.