Tra le donne, Paolini batte Andreeva e in finale sfiderà sua maestà Iga Swiatek. ‘Negli ultimi anni ho imparato che sognare è la cosa più importante’
Novak Djokovic si fa ritrarre in stampelle con la Tour Eiffel sullo sfondo, per comunicare al mondo intero che l’intervento al ginocchio è andato bene – «voglio tornare il prima possibile» scrive il serbo su Twitter, ma difficilmente quel prima possibile coinciderà con l’1 luglio, giorno in cui parte Wimbledon –, ma in queste ore più che per il rientro di Nole sono tutti in fremente attesa per sapere come finirà la prima semifinale maschile agli Internazionali di Francia. Da una parte il futuro numero 1 del tennis, l’italiano Jannik Sinner, dall’altra lo spagnolo Carlos Alcaraz, in quella che ha tutto il sapore di una finale anticipata. Gli specialisti sono molto cauti sui pronostici e non si sbilanciano, ma non è sbagliato affermare che se proprio ci dev’essere un favorito, questi è il ventunenne murciano, difatti è lui lo specialista sulla terra battuta. Tuttavia, fors’anche per togliersi di dosso un po’ di pressione, Alcaraz s’affretta a dire di temere la sfida col numero 1 al mondo. Poi, visto che anche lui, come Sinner, s’è presentato alla Porte d’Auteuil dopo uno stop per infortunio, bisognerà vedere se (e quanto) i problemi che hanno segnato entrambi avranno un peso sulla loro tenuta a fisica alla distanza, in una semifinale che potrebbe anche trasformarsi in una maratona. Ma di sicuro, sul piano dei decibel a farsi sentire maggiormente sarà l’iberico, i cui grugniti nel quarto di finale contro il povero Tsitsipas hanno fatto perdere la pazienza al greco, che non ha mancato di lamentarsene col giudice di sedia, perché quando è troppo, è troppo.
Intanto, però, in finale l’Italia del tennis qualcuno già ce l’ha. Si chiama Jasmine Paolini, ha ventotto anni, è figlia di padre italiano e madre polacca di origini ghanesi ed è nata e cresciuta in provincia di Lucca. «Grazie a chi mi segue dall’Italia, e ‘merci beaucoup’ a chi è qui» dice la ragazza toscana, che proprio grazie all’exploit parigino per la prima volta entrerà nella top 10, dopo una carriera nell’ombra. Ma a furia di crederci – sarà anche piccola di statura, ma ha una determinazione senza eguali – Jasmine ce l’ha fatta, e battendo in due 6-3 6-1 la diciassettenne russa Mirra Andreeva, bionda siberiana che potrebbe essere la numero uno del futuro, s’è guadagnata il diritto di sfidare sabato pomeriggio sua maestà la regina, Iga Swiatek, incontrastata numero uno della Wta e incontrastata padrona dei campi al Roland Garros. «Negli ultimi anni ho imparato che sognare è la cosa più importante», aggiunge Jasmin. E il bello è che, almeno una volta ogni tanto, qualche sogno s’avvera.