Tennis

‘Un’emozione incredibile giocare sulla terra rossa di casa’

Cresciuta sui campi del Bellinzona Ladies Open, Katerina Tsygourova non è riuscita a superare lo scoglio Kayla Day. Susan Bandecchi, invece, può sorridere

(Nicola Demaldi)
10 aprile 2024
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Il Bellinzona Ladies Open questa mattina ha ‘perso’ una pedina importante, la sua testa di serie numero due Yanina Wickmayer (Wta 88), a causa di un problema alla schiena. Ma lo spettacolo non è mancato. Il piatto forte di giornata era l’esordio di Kayla Day (86), impostasi 6-2 e ancora 6-2 sulla beniamina di casa Katerina Tsygourova (863). Nata e cresciuta nei pressi del centro sportivo, a Monte Carasso, la 23enne ha sostenuto in modo ineccepibile questa sfida proibitiva. «È stato qualcosa di emozionante, soprattutto perché sono di casa. Non posso che ringraziare Stefano (Brunetti, ndr) e Swiss Tennis per avermi conferito una wild card, permettendomi così di accedere per la prima volta in carriera nel tabellone principale di un torneo di questa categoria». La rivale non era delle più abbordabili, eppure la ticinese ha mostrato un ampio repertorio di colpi e in particolar modo di volèe. «Sì, pescare subito in entrata Day si è confermata una prova difficile. Ho comunque disputato una partita molto bella e mi sono divertita. Spero in futuro di riuscire a farne altre». Il fatto di affrontare giocatrici di questo calibro permette di incamerare esperienza, pensando soprattutto a fattori esterni quali la meteo. Nella capitale il maltempo ha infatti calato in modo repentino le temperature, caldeggiando folate di vento che hanno complicato ancor di più il compito. La 23enne non cerca però scuse. «Le condizioni sono uguali per tutte. Siamo comunque riuscite a proporre scambi di qualità, in entrambe le parti del campo. A fare la differenza è stata la battuta. Lei è stata più incisiva, mentre io ho faticato di più e non sono riuscita a sfruttare le occasioni che mi sono capitate sulla racchetta. Non posso tuttavia lamentarmi della mia prestazione». Il pubblico accorso non ha mancato di complimentarsi. «È stato emozionante in quanto conosco quasi tutti. Sono cresciuta qui e, dunque, percepire il loro sostegno è bellissimo... Quando ho iniziato l’incontro ero un po’ agitata, ma, conquistati alcuni punti, sono riuscita a distendermi». La bellinzonese, in seguito, non è stata capace di riscattarsi in doppio: affiancata dalla connazionale Alina Granwehr, si è inchinata 7-6 (15/13) 6-4 alla coppia formata da Martina Colmegna e Aneta Kucmova.

A Bellinzona sono presenti numerose atlete rossocrociate come Jenny Dürst (250) e l’altra padrona di casa Susan Bandecchi (405), impostesi entrambe 6-4 6-0 rispettivamente su Carole Monnet (192) e Julia Avdeeva (205). Una fonte d’ispirazione «e così pure ammirare ragazze della mia età competere già nel circuito maggiore. È uno stimolo a innalzare il mio livello e scalare la classifica. La strada è lunga, il lavoro tantissimo, ma pian piano spero di riuscire a esaudire il mio sogno». Il colpo di coda della passata stagione, e pure l’inizio di questa, ha regalato importanti soddisfazioni a Katerina. «Ho conquistato la mia seconda finale in una competizione da 15mila dollari in Turchia, mentre quest’anno ho racimolato buoni risultati soprattutto in doppio (due ultimi atti, sempre ad Antalya). L’idea è di scendere in campo in modo ininterrotto così da mettere chilometri nelle gambe, poi vedremo cosa mi riserverà il destino». A breve termine l’intento è di raggiungere la posizione numero 600 del ranking, mentre a medio-lungo è di centrare l’accesso a tornei sempre più importanti sino a respirare l’aria del circuito maggiore. La superficie preferita della 23enne è la terra siccome «credo sia maggiormente predisposta e affine alle mie qualità; prima o poi, però, si dovrà inserire anche il cemento». Non a caso la beniamina di Katerina è Aryna Sabalenka (2). La ticinese ammira la sua potenza, ma, soprattutto, la forza di volontà e la capacità «di lottare sino alla fine. In campo maschile, invece, ora che non c’è più Federer è difficile. Non mi dispiace Alexander Zverev (Atp 5): quando si è infortunato alla caviglia è riuscito a riprendersi dimostrando carattere da vendere». Non tutti riescono a raggiungere l’élite. Il percorso è lungo e difficile, fatto di sacrifici personali e finanziari. «È uno stile di vita, di cui spesso non si vede il retro della medaglia. La passione è un fuoco che brucia sempre, quella fiammella che arde fin da piccola». La bellinzonese è una persona determinata e, pure, disciplinata. «Non ho mai smesso di credere nelle mie potenzialità. Ho la fortuna di essere sostenuta dai miei genitori e dai miei allenatori. A fianco dell’attività professionistica sono anche istruttrice nonché sparring così da racimolare qualcosina in più e coprire quei fabbisogni minimi. Non mi dispiace comunque rimanere in campo più ore, anzi, mi fa piacere». La forza di volontà della 23enne forse è un fattore genetico. Il papà, Dimitri Tsygurov, ha lasciato un solco indelebile nel cuore di quasi tutto il Ticino. Da lui «ho imparato a impegnarmi appieno in ogni ambito, sportivo e formativo». Katerina è infatti ormai prossima alla laurea in scienze motorie presso l’università telematica Pegaso. A mancare? L’ultima sessione (di quattro) esami nonché la tesi che «spero di concludere entro ottobre; studiare mi permette di staccare la spina e distogliere la mente dai campi. Già alle superiori frequentavo le lezioni online, dunque non è qualcosa che mi pesa». Il programma è fitto. Fra pochi giorni scatterà la dodicesima edizione dell’Axion Open di Chiasso, dove partirà verosimilmente dalle qualificazioni, mentre in seguito sarà impegnata a Santa Margherita di Pula.