Le due maggiori speranze elvetiche, da quando sono professionisti, hanno entrambi avuto fastidiosi problemi fisici
I prossimi saranno mesi decisivi per le carriere dei due migliori talenti del tennis rossocrociato, vale a dire Leandro Riedi – che è in netta crescita – e Dominic Stricker, la cui parabola pare invece avere un po' rallentato. Da quando si erano sfidati nella finale del Roland Garros junior del 2020, il bernese e lo zurighese, entrambi classe 2002, sono considerati i gemelli del tennis elvetico. Nella vita privata vanno molto d'accordo, ma i loro rispettivi percorsi di crescita sportiva sono stati assai diversi, specie negli ultimi 18 mesi.
A lungo, il migliore fra i due è stato il mancino Stricker, capace di eliminare addirittura Stefanons Tsitsipas negli ottavi di finale agli Us Open dello scorso anno. Quell'exploit gli aveva permesso di entrare nella top 100 mondiale e di accedere direttamente a un altro torneo dello Slam, cioè l'Open australiano di quest'anno, dove però purtroppo non poté essere protagonista a causa dei suoi problemi alla schiena. Nel 2024, infatti, Stricker non ha ancora giocato nemmeno un match, e non potrà scendere in campo nemmeno al Challenger di Lugano (in cartellone a inizio marzo), torneo in cui si mise in mostra fra i professionisti conquistando il titolo nel 2021.
In seguito, Dominic fu in grado di raggiungere i quarti di finale nei tornei Atp di Ginevra e Stoccarda grazie ai successi colti su campioni come Marin Cilic e Hubert Hurkacz, che gli consentirono fra l'altro di passare, nel giro di un solo anno, dalla posizione 1’168 alla topo 200 del ranking mondiale. Stricker ha conosciuto dunque una crescita piuttosto lineare, condizionata soltanto da qualche piccolo guaio fisico. Oggi, però, deve mostrare grande pazienza: deve lavorare soprattutto su condizione fisica, coordinazione e costruzione muscolare, come ha rivelato all'Ats suo padre Stephan, che gli fa anche da manager. Esclusa la sua presenza a Lugano, si spera possa ritrovare la competizione dopo metà marzo a Zadar, in Croazia. «È dura stare fuori così tanto ha detto il papà, «ma dobbiamo pensare a lungo termine».
L'importante è infatti scongiurare una ricaduta, che potrebbe sopravvenire in caso di rientro affrettato. Come per Roger Federer a inizio carriera, si tratta di rinforzare in modo definitivo la schiena, che gli ha dato problemi ad esempio anche lo scorso autunno in occasione delle Next Gen Atp Finals in Arabia Saudita – ultima sua apparizione in campo – a cui decise di prender parte malgrado già soffrisse. Laggiù riuscì malgrado tutto a raggiungere la semifinale, dalla quale dovette però ritirarsi. L'unica consolazione fu l'assegno da 180mila dollari che poté intascare, ma il prezzo pagato è stato davvero carissimo, a livello fisico.
Oggi, comprensibilmente, prima che torni a giocare bisognerà essere certi che Stricker sia del tutto recuperato, anche se questa prolungata assenza comporta il rischio di perdere ulteriori preziose posizioni in classifica. Durante l'ultima settimana, infatti, è scivolato al numero 112, e presto perderà anche i 30 punti della semifinale raggiunta l'anno scorso a Lugano. La qualificazione diretta al prossimo Roland Garros, dunque, è seriamente minacciata. La priorità oggi, a ogni modo, va data alla salute.
Il percorso di Leandro Riedi, invece, è stato in pratica all'opposto: dopo la sconfitta al Roland Garros junior, infatti, ha faticato a trovare un posto e farsi un nome tra i professionisti. Raggiunta a fatica la posizione numero 135 grazie alla finale a Lugano nel 2023, si era purtroppo di nuovo dovuto fermare. Davvero nera la sua ultima stagione: dapprima strappo dei legamenti e poi frattura al piede sinistro, inconvenienti che hanno tenuto il 22enne zurighese – fra l'altro alle prese pure lui con fastidi alla schiena – lontano dai campi per molti mesi.
Lo scorso settembre, in Coppa Davis, Riedi era riuscito a impegnare per oltre tre ore l'ex numero 1 mondiale Andy Murray, ma in seguito non funzionò più nulla, e da lì sino alla fine dell'anno riuscì a vincere un solo incontro nel corso di sette tornei. Serviva dunque un reset, che per fortuna è riuscito alla perfezione, e infatti quest'anno Leandro ha ripreso a volare. Vincitore di tornei Challenger in Belgio e Portogallo e finalista la scorsa domenica a Pau, Riedi ha vinto in stagione ben 17 dei match fin qui disputati, perdendone uno per abbandono e un altro 7-6, 7-6 in Coppa Davis contro il top 30 mondiale Griekspoor.
Dovesse proseguire su questo ritmo anche questa settimana a Lilla e poi a Lugano, lo zurighese potrebbe sperare di raggiungere la qualificazione diretta al tabellone principale al Roland Garros. Oggi infatti occupa la posizione numero 160 e deve difendere soltanto 29 punti da qui alla metà di aprile – quando si tireranno le somme per l'Open francese – e l'impresa pare nettamente alla portata dell'elvetico, sempre che il suo fisico regga. Il suo maggior problema, infatti, in questa prima parte di carriera è stata – proprio come nel caso di Stricker – la tenuta fisica e atletica.