Il numero uno al mondo non lascia scampo a Jannik Sinner in un duello senza grande storia, diventando il tennista con più trionfi nelle finali dell'Atp
Per la storia, ancora una volta. Come sempre verrebbe da dire, quando Novak Djokovic mette piede in campo: in gioco, nella finale del Masters a Torino per il numero uno al mondo c’è il primato di titoli nelle finali Atp, che il campione serbo adesso divide con il nostro Roger Federer, ma in caso di successo su Sinner salirebbe a quota sette, diventando così il recordman assoluto. Dall’altra parte, invece, sulla veloce superficie del Pala Alpitour c’è l’idolo di casa, quel Jannik Sinner che da inizio settimana non ha ancora perso un match e che è alla sua prima finalissima ad un Masters.
Insomma, quella tra il trentaseienne di Belgrado e l’altoatesino è una sfida che promette moltissimo. Ma quelle promesse le mantiene soltanto per una decina di minuti: dopo un ottimo inizio su entrambi i fronti, il Djoker sembra infatti anche più determinato del solito. E nel corso del quarto game si crea la prima occasione per il break, dopo una palla lunga di Sinner che, in realtà (pur se per un pelo) lunga non è, tuttavia Sinner non chiama il challenge, e quella mancata chiamata gli costa parecchio, visto che dopo 18 minuti di gioco si trova sotto 3-1, che poco dopo diventa un 4-1. Appoggiandosi a un servizio più che efficace (sette ace nella prima frazione, ma soprattutto solo due punti persi quand'è lui a battere), Nole si mette a fare corsa in testa, obbligando il suo rivale a dover spingere su ogni colpo, fino a portare a casa il primo set su un comodo 6-3 in trentotto minuti.
E le cose per Sinner non vanno certo meglio nella seconda frazione, siccome Djokovic gli toglie ben presto il servizio e poi continua martellare con le prime, in game praticamente senza storia. Fino al sesto almeno, quando l'italiano riesce infine a procurarsi la primissima palla break del confronto, che in realtà sono due: il serbo, che qualche minuto prima era arrivato a un passo dal portarsi sul 3-0, dopo un breve passaggio a vuoto riesce sventare in extremis il pericolo, sempre grazie a un'impeccabile battuta, mentre stavolta il suo avversario – curiosamente – è deficitario specialmente nei punti guadagnati con le prime palle. Poi, allo scoccare dell'ora e mezza di gioco, il serbo riesce a crearsi altre tre opportunità per allungare sul 5-2, nonostante per qualche minuto Sinner dia l'impressione di riuscire almeno a farlo dubitare: tuttavia il numero uno al mondo non sembra più così infallibile, tanto che l'altoatesino in due turni di battuta riesce a cancellare la bellezza di cinque break point. A quel punto più che mai, l'italiano ci crede, e nel gioco successivo, sul 4-3 servizio Djokovic, si porta fin sul 0-30, ma poi non concretizza. Anzi, già nel game successivo il serbo riesce a procurarsi la sua prima palla per chiudere il match, e ci riesce sfruttando un doppio fallo di Sinner, chiudendo la contesa con un doppio 6-3 dopo un'ora e 43 minuti trascorsi in campo.