Il vodese vince il primo set e sembra in grado di poter conquistare nuovamente un torneo Atp sei anni dopo. Invece si fa beffare dall'australiano
Un primo ace al secondo servizio. Poi, subito dopo una prima, deliziosa smorzata in un game introduttivo indubbiamente benaugurate per Stan Wawrinka. Che sulla terra rossa di Umago, in Istria, va in campo alla ricerca di quello che sarebbe il suo primo successo in un torneo Atp da sei anni a questa parte, da quando cioè, era il maggio 2017, riuscì a sconfiggere Zverev nella finale del Geneva Open.
Tuttavia, dall’alto del suo metro e novantasei Alexei Popyrin al servizio non è da meno. Al contrario semmai, visto che spara soltanto palline a oltre duecento chilometri orari. A giudicare dai primi due game sembra dover essere una partita giocata punto a punto, invece subito nel secondo game l’australiano scappa via, perché all’elvetico – testa di serie numero 6 del torneo – sfuggono due colpi col diritto che gli costano la battuta. Insomma, come già venerdì contro lo spagnolo Carballes Baeña, Stanimal è costretto subito a rincorrere. Salvo che stavolta di fronte si ritrova un avversario davvero ispirato, che libera i colpi con autorità e tiene benissimo il campo, dimostrando anche un’ottima presenza a rete. Un game in bianco dopo l’altro, il ventitreenne di Sydney impedisce al romando di anche solo provare a metterlo in difficoltà. E quando infine arriva la primissima occasione, proprio all’ultimo, nel corso del decimo gioco, sul 5-4 30-40, anche grazie a una buona dose di fortuna – infatti la pallina poco prima sfiora il nastro – l’elvetico mettere a segno l’insperato controbreak. È solo a quel punto che s’intravvede una breccia nel roccioso muro eretto dall’australiano, che poi non appena inizia il tiebreak dovrà concedere ben tre minibreak al suo avversario in altrettanti momenti distinti, l’ultimo dei quali gli costerà il set, dopo 55 minuti di gioco.
In avvio di seconda frazione l’australiano cerca subito di reagire, così per il vodese anche stavolta è un inizio in salita, infatti il numero novanta dell’Atp gli toglie repentinamente di nuovo la battuta e dopo un quarto d’ora è già sul 3-0, creandosi pure ben tre occasioni per il 4-0. Il trentottenne di St. Barthélemy cerca di restare aggrappato al set, ma è tutto inutile: con un servizio a 218 km orari, Popyrin si offre il primo setpoint, e lo sfrutta pareggiando i conti dopo un’ora e mezza di gioco.
E la brutta abitudine di andare subito sotto Stan Wawrinka se la porta appresso anche nella terza frazione: la sola differenza è che nell’occasione, dopo aver ceduto immediatamente il servizio, il numero uno elvetico trova la forza per mettere subito a segno il controbreak, rientrando prepotentemente in partita. A quel punto la finale croata è più che mai aperta, ma nel corso del quinto gioco, dopo un improvviso spostamento laterale, Popyrin reagisce con una smorfia e poi scuote subito il capo. Lui che qualche minuto prima aveva già sfruttato il cosidetto ‘medical timeout’, chiedendo l’ingresso del fisioterapisa che gli aveva fasciato la coscia. Nonostante tutto l’australiano resta in campo, pur se sul 3-2 30-40 sbaglia clamorosamente uno smash offrendo l’importantissimo breakpoint al vodese che, tuttavia, non sa concretizzare. Quello, col senno di poi, è il momento chiave. Infatti l’australiano non ha visibilmente più la mobilità di prima, pur se la qualità dei suoi colpi resta invariata, ma ci vuole un improvviso passaggio a vuoto di Stan, sul 4-4, per concedergli due isperati breakpoint, il secondo dei quali concretizzato. Il risultato è che, all’improvviso, Wawrinka si ritrova con le spalle al muro: o arriva l’immediato controbreak, oppure la bruciante sconfitta. Tutto in un game, quindi. E quel game, purtroppo per Stan, porta la firma del suo avversario, che chiude sul 6-7 6-3 6-4 dopo due ore e 36 minuti di gioco.