Il talento norvegese infrange il sogno di Marin Cilic e per la prima volta è in finale nello Slam. In una partita segnata pure da un’invasione di campo
In una giornata parigina davvero all’insegna dei colpi di scena, dopo il clamoroso incidente che ha messo fuori gioco Zverev spianando la via per la finale a Rafa Nadal, alle 21.15 una giovane attivista decide di fare la sua comparsa in campo durante la seconda semifinale, incatenandosi alla rete per dare visibilità alla sua protesta, con indosso una maglietta su cui sta scritto "Ci restano 1028 giorni". Dopo qualche minuto d’interruzione, con Ruud e Cilic che si vedono costretti a riguadagnare gli spogliatoi, la partita riprende e la musica non cambia, con il talento norvegese che completa l’opera, chiudendo sul 6-2 il terzo set dopo aver già vinto 6-4 il secondo. Una veemente reazione quella del ventitreenne di Oslo, che nella prima frazione era stato costretto a cedere strada al gigante croato Marin Cilic (6-3).
Strada facendo, però, è il tennis dello scandinavo a emergere: forte di una solida battuta e grande sicurezza nel proprio gioco, Ruud comincia subito forte anche nella quarta frazione, traghettando in porto un successo agevole quanto convincente (6-2), che regala al numero 8 dell’Atp la prima finale in un torneo dello Slam. Dove, appunto, se la vedrà con Nadal. E anche quella è una prima.