Tutti i limiti e i guai passati del Park Hotel, la struttura che ospita un Novak Djokovic respinto e ‘in attesa di giudizio’ a Melbourne
Contagi, un incendio, cibo avariato: il Park Hotel, il centro d’accoglienza che nello scorso anno ha visto passare 180 persone del quale è ospite forzato Novak Djokovic è stato al centro di molte polemiche, nelle scorse settimane. Una sistemazione molto lontana dal lusso al quale il serbo è abituato. Il quale lo scorso anno si era battuto affinché ai tennisti venissero concessi alloggi privati per la quarantena alla quale furono obbligati dalle locali autorità sanitarie.
Lo scorso dicembre un incendio è divampato nell’edificio, con tanto di evacuazione forzata degli inquilini, alcuni dei quali ricoverati in ospedale. La settimana successiva, dei richiedenti l’asilo avevano postato sui canali social delle foto del cibo che veniva servito loro, con vermi e pane raffermo. «I media parleranno di noi, ma lo faranno solo perché c’è Djokovic, ed è molto triste», ha spiegato all’agenzia di stampa Afp Mehdi Ali, uno degli ospiti della struttura. La maggior parte dei quali si trova lì per ricevere cure mediche dopo un periodo di detenzione sull’isola di Nauru, nel Pacifico, e sull’isola di Manus, nella Papuasia-Nuova Guinea.
Nel 2020, un’altra polemica: l’Hotel Ridges (il suo nome all’epoca) fu un focolaio di contagi da coronavirus della città, mentre ospitava persone che risultavano in quarantena.