Norme anti-Covid, calendari, progetti: Giuseppe Canova (presidente Artt) illustra le sfide del movimento cantonale. Da Berna aiuti per 319mila franchi
Tornei, soci, partite. Ma anche norme anti coronavirus da far rispettare, conti da far quadrare, soluzioni da trovare per mantenere in vita un settore. Da quasi due anni il tennis non fa eccezione e, come tutti gli sport, deve far fronte a una pandemia che ha stravolto la società intera. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Canova, presidente dell’Associazione regionale tennis Ticino, a margine della recente assemblea 2021 di Artt.
Come ha affrontato questa situazione il tennis in Ticino?
Dal mio punto di vista il tennis ha retto il colpo. Giocano ancora in tanti; la partecipazione ai tornei è sempre stata buona; i Campionati ticinesi junior hanno avuto solo quattro iscritti meno del numero record fatto del 2019; i Campionati ticinesi di doppio hanno avuto un’ottima partecipazione. Si sono un po’ arrugginiti, invece, i meccanismi di collaborazione: la situazione ha fatto venire meno la coordinazione.
Come spiega che le temporanee chiusure delle strutture e lo stop imposti dalla Confederazione, non abbiano avuto ripercussioni sulla pratica del tennis?
Secondo me con la capillarità. È uno sport diffuso, oltre che semplice da organizzare. A differenza delle discipline di squadra, per giocare basta essere in due. Questo, in tempi di pandemia, ha avuto un ruolo. Trovarsi in due in uno spazio chiuso, oltretutto a distanza di diversi metri, credo sia diverso da essere in quindici a praticare uno sport di contatto.
Dal punto di vista finanziario quale impatto ha avuto e sta avendo la pandemia su club, società e centri?
Contrariamente ad altre regioni della Svizzera, in Ticino la situazione non è così seria; non ho sentito di gravi difficoltà. In buona parte anche perché non abbiamo centri molto grossi. È questo tipo di struttura che altrove ha sofferto di più: si parla di perdite anche di centinaia di migliaia di franchi.
Per ciò nell’ultimo passaggio del pacchetto di stabilizzazione della Confederazione si è data priorità proprio ai centri?
Esatto. In Ticino le ripercussioni sono più contenute. Abbiamo retto sia come società che operano sul territorio, sia come Artt. Siamo un’Associazione snella, che fin da marzo 2020 ha deciso di ridurre le spese all’osso. Nel 2020 s’è registrata una lieve perdita, anche perché per andare incontro ai club, li si era esentati dalla tassa di affiliazione (unica associazione in Svizzera a fare questo gesto). Il disavanzo è stato recuperato nel 2021, grazie al pacchetto di stabilizzazione e a un paio di entrate straordinarie. Un importante sostegno è stato quello dei nostri sponsor storici, che non ci hanno abbandonati, nonostante il periodo complicato per tutti.
Quali sono i cantieri su cui Tennis Ticino lavorerà nell’immediato futuro?
Va ricordato che Swiss tennis dà alle associazioni un mandato: dedicarsi al progetto Kids Tennis, al quale noi dobbiamo assolutamente destinare maggiore attenzione e più risorse, e allo sport di massa. In merito a quest’ultimo, Artt deve riorganizzare il proprio prodotto. Per riuscirci, dovremo coordinare meglio tutte le nostre attività, in particolare il circuito attivi nel quale c’è un certo disordine. Riporto uno dei tanti esempi, che si potrebbero fare partendo da una approfondita analisi realizzata da Massimo Bracchi, membro di comitato: due terzi dei tesserati in Ticino sono uomini, eppure Artt organizza lo stesso numero di tornei maschili e femminili.
Oltre a dedicare le nostre energie a ‘Kids’ e sport di massa, la nostra priorità sarà reimpostare i Campionati ticinesi attivi, evento che funziona un po’ meno rispetto a quelli giovanili e di doppio. Dobbiamo capire in quale formula proporli, affinché diventino il momento topico dell’anno.
L’assemblea ha accettato di mettere fine al progetto Team Ticino, squadra che gioca in Lega B Interclub con la maglia del Tc Lugano 1903. Perché il comitato ha deciso di chiudere la collaborazione?
L’accordo iniziale era tre anni, poi diventati quattro. È stato un progetto positivo, una grande esperienza che era unicum in Svizzera. Ha avuto un bel riscontro, perché ha coinvolto molti giovani ticinesi ed era proprio questo lo scopo. Continuare sarebbe però troppo complicato: oltre che più soldi, richiederebbe un investimento di molta, molta energia. Siamo dispiaciuti, ma era inevitabile.
All’assemblea, nello stadio multifunzionale di Ambrì, sono state fornite le cifre relative al sostegno economico della Confederazione per parare gli effetti della pandemia. Il pacchetto di stabilizzazione 2020-21 per il tennis svizzero prevede un aiuto di 14 milioni, sui 259 mio destinati allo sport popolare. Al movimento del tennis in Ticino vanno 319mila franchi.
Alla presenza anche di Maria Laura Eldahuk - presidente di Graubünden Tennis con cui Artt avvierà una collaborazione - sono state consegnate la Coppa Bajardi e la Challenge Ticino. La prima è andata al Tc Mendrisio, davanti a Yoyo centro tennis e, pari merito, a Tc Riviera e Scuola tennis by Margaroli. La seconda è stata vinta dal Tc Locarno, che ha avuto la meglio sul Tc Lugano 1903.
È inoltre stato ricordato con affetto Alvaro Mellini. «Uno statista del tennis - lo ha descritto Giuseppe Canova -, che più di tutti noi si è dedicato a questo sport in Ticino». A Mellini sarà dedicata l’edizione 2022 dei Campionati ticinesi attivi.