Per il giocatore, il primo torneo Slam non si deve svolgere per rispetto degli abitanti di Melbourne, che hanno sopportato un lungo lockdown
Nick Kyrgios ha chiesto l’annullamento dell’Australian Open e, un po’ a sorpresa, mostra comprensione per Novak Djokovic, il quale rifiuta di dire se si sia vaccinato o meno contro il coronavirus.
Il funambolico australiano ritiene che il primo torneo dello Slam in calendario, previsto in gennaio, non si dovrebbe svolgere per rispetto degli abitanti di Melbourne. I cittadini hanno in effetti dovuto sopportare 260 giorni di confinamento e faticano ancora a contenere il virus.
Il ministro dello Sport dello Stato di Victoria, in cui si trova Melbourne, ha reagito alle affermazioni del tennista dicendo di “non riuscire a seguire la logica” di Kyrgios. “Gli abitanti di Melbourne, dello Stato di Victoria e, francamente, tutti gli australiani sono assolutamente avidi di grandi eventi”, ha spiegato alla stampa. “La nostra economia ne ha bisogno, il morale del nostro Stato ne ha bisogno”.
Il torneo si è svolto nel 2021, ma i giocatori avevano dovuto sottoporsi a una quarantena di due settimane in albergo; la presenza di pubblico era limitata e in piena competizione era pure stato decretato un lockdown di cinque giorni. Gli organizzatori sono fiduciosi sul fatto che l’edizione 2022 si potrà tenere, con i giocatori completamente vaccinati a poter entrare su suolo australiano senza quarantena né bolla sanitaria.
Il primo ministro dello Stato di Victoria Daniel Andrews ha specificato che nessuna eccezione sarà fatta per i giocatori non vaccinati; ciò che mette in dubbio la partecipazione di Novak Djokovic, nove volte vincitore a Melbourne.
Nick Kyrgios ha sovente avuto rapporti tesi con il numero uno al mondo, che aveva qualificato di “cretino” proprio all’ultimo Australian Open dopo che il serbo aveva chiesto un allentamento delle misure di quarantena imposte ai giocatori. L’australiano ha difeso il diritto di Djokovic di partecipare ai tornei, che sia vaccinato o meno. In tal senso fa l’esempio del giocatore di basket statunitense Kyrie Irving, che ha mancato l’avvio della stagione di Nba dopo essersi rifiutato di vaccinarsi. “Kyrie, Novak... Questi atleti hanno dato tanto, sacrificato molto. Sono degli sportivi di livello mondiale, hanno milioni di persone che li guardano”, ha detto Kyrgios, ormai scivolato al 90° posto in classifica Atp.
“Penso non sia una buona cosa, psicologicamente, obbligare qualcuno a farsi vaccinare. Non credo sia giusto forzare qualcuno dicendogli ‘tu qui non puoi venire a giocare, perché non sei vaccinato’. Ritengo ci siano altre soluzioni, come farsi testare tutti i giorni”.