Il 18enne tennista bernese, fresco vincitore del Challenger di Lugano, traccia un bilancio della sua breve carriera, guardando già alle sfide del futuro
«Sono naturalmente felicissimo di aver vinto il torneo. Non me lo aspettavo. È un successo importante anche per il mio futuro ed è per questo che sono così contento». È raggiante Dominic Stricker mentre commenta la sua vittoria al Challenger di Lugano, ottenuta superando in finale l’ucraino Vitaliy Sachko. Per l’elvetico si tratta della prima affermazione tra i ‘grandi’, ottenuta, per di più, alla seconda apparizione su un campo del circuito professionistico. Il talento rossocrociato prosegue così spedito nella sua marcia e conferma il momento positivo con il quale aveva concluso la stagione precedente.
Vittoria al Roland Garros Juniores, nel singolare e nel doppio, a fianco dell’italiano Flavio Cobolli, e premio come miglior talento sportivo svizzero dell’anno. Il 2020 ha regalato davvero parecchie soddisfazioni al 18enne tennista bernese. «È stata una buona stagione per me – commenta Stricker -. Le vittorie nell’Open di Francia, la finale con Leandro (Riedi, ndr), il riconoscimento agli "Swiss Sports Awards". Sono stati davvero dei bei mesi, anche se è stato difficile affrontare la pandemia».
Pandemia che ha obbligato ognuno di noi a modificare i propri ritmi, le proprie abitudini. La propria vita. Nel mondo sportivo, tale cambiamento si traduce ancora adesso in un continuo rimescolamento dei calendari, con alcuni eventi che saltano e altri che devono essere recuperati. Gli atleti sono quindi obbligati a essere flessibili e a sapersi adeguare rapidamente alle novità. «Per noi junior probabilmente è più semplice, perché siamo costantemente al lavoro per migliorarci e sappiamo che dobbiamo sempre dare il massimo in ogni allenamento – analizza Stricker -. Ovviamente anche noi abbiamo avuto delle difficoltà, poiché non sapevamo con certezza a quali tornei avremmo potuto partecipare. Ad esempio, gli Slam di New York e Wimbledon, che avevamo pianificato, sono poi stati cancellati. Ritengo comunque che in Svizzera abbiamo lavorato bene: avuta la conferma che il Roland Garros si sarebbe disputato, abbiamo cercato di farci trovare pronti. E credo che sia andata bene (sorride ndr), dato che io e Riedi siamo arrivati in finale. È stato un ottimo torneo per i colori rossocrociati».
Quando si ottengono successi importanti in giovane età è fondamentale non perdere di vista il proprio obiettivo, rimanere concentrati su se stessi e sui passi da percorrere. Inoltre, bisogna saper gestire le maggiori aspettative che inevitabilmente si vengono a creare… «A volte avverto un po’ di pressione. Adesso molte più persone guardano quello che faccio, dal momento che sono reduce da un buon anno. Personalmente questa situazione non mi dispiace, cerco di viverla in maniera positiva e di dare sempre il massimo in campo. Credo sia bello che guardino a me, Leandro Riedi e Jérôme Kym come alla nuova generazione del tennis svizzero. Noi continueremo sempre a fare del nostro meglio».
Nello sport, per poter emergere, è indispensabile anche un po’ di buona sorte… «Tutti hanno bisogno di un pizzico di fortuna. Senza di essa è difficile giungere al professionismo in questa disciplina». Anche accumulare esperienze e muovere i primi passi tra i professionisti ricopre un’importanza centrale. In questo senso la partecipazione, e relativa vittoria, al Challenger di Lugano rappresentano un ottimo biglietto da visita… «A Lugano mi sono trovato davvero bene e sono contento di avere avuto l’opportunità di partecipare a un torneo di un livello così alto, di essermi misurato con tanti ottimi giocatori e di averli potuti osservare nelle loro movenze e nel loro stile di gioco».
Lo sguardo adesso è rivolto al futuro, alle nuove sfide tra i ‘grandi’ e ai traguardi da raggiungere. «Nel prosieguo del 2021 tenterò di vincere il maggior numero di partite possibile e proverò ad aggiudicarmi qualche "Futures". Vorrei inoltre giocare a livello di Challenger e cercare di avanzare nel ranking Atp (dove attualmente occupa la 422esima posizione, ndr)».
Obiettivi che richiederanno tanto impegno e un lavoro costante, attraverso il quale migliorare la tecnica e lo stile. «A me piace giocare un tennis offensivo, provare a scendere a rete e cercare così di conquistare punti. Chiaramente, dipende anche dal tipo di avversario con cui mi sto misurando in quel momento e dal punteggio del match».
Gli esempi da cui trarre ispirazione di sicuro non mancano…«I miei modelli sono tutti i giocatori svizzeri, e in particolare Federer: mi piace come serve, come gioca, come va a rete. Apprezzo però molto anche alcuni mancini del passato, quali Marcelo Rios e Michael Llodra», conclude Stricker.