Si inizierà l'8 febbraio nonostante 72 giocatori in isolamento per casi di Covid-19 sugli aerei con i quali hanno raggiunto Melbourne
Il patron degli Australian Open, Craig Tiley, ha assicurato che il primo torneo del Grande Slam inizierà come previsto l'8 febbraio, pur ammettendo che la situazione, con 72 giocatori confinati nei loro alberghi, non è “per nulla buona”. «Abbiamo sempre saputo che ci sarebbe stato un grosso rischio a causa della pandemia – ha detto Tiley a Channel Nine –. Ma l'Open si disputerà come previsto e faremo tutto il possibile affinché per gli atleti che si trovano in una situazione difficile si possa trovare una soluzione quantomeno accettabile e che possano avere a disposizione il materiale d'allenamento nelle loro camere». Tiley ha però riconosciuto che sarà difficile che tutto posa essere pronto per il 31 gennaio, quando inizierà la settimana di preparazione. E quando gli è stato chiesto se i 72 giocatori avrebbero perso i tornei preparatori, Tiley ha risposto: «Non sono stati esclusi. È ovvio che in questa fase non avranno alcuna preparazione in campo».
Il torneo è stato stravolto sabato quando tre passeggeri sono risultati positivi al Covid-19 su due dei 17 voli che hanno portato i giocatori e il loro entourage a Melbourne e Adelaide. Una quarta persona, un membro di una troupe televisiva di Los Angeles, è risultata positiva oggi. E a complicare ulteriormente la situazione, oggi è stato scoperto un nuovo caso su un volo da Doha, da dove erano in arrivo tutti i giocatori del torneo di qualificazione di Doha, compreso l'elvetico Henri Laaksonen. Nessun giocatore è direttamente interessato, ma uno dei casi è quello di Sylvain Bruneau, allenatore di Bianca Andreescu (Wta 7). Tutte le persone a bordo sono considerate come casi di contatto e pertanto sono state poste in stretta quarantena per 14 giorni. I 72 giocatori interessati sono quindi privati delle cinque ore giornaliere di allenamento prima del torneo.
Alcuni giocatori hanno già infranto le regole della quarantena aprendo le porte delle loro stanze e dovranno subire multe fino a 20'000 dollari australiani (15'300 dollari statunitensi). Il commissario addetto alla quarantena dello stato di Victoria, Emma Cassar, ha fatto sapere che in caso di recidiva il rischio è di venir portati in un altro albergo, con un poliziotto a far da piantone fuori dalla camera. Emma Cassar ha citato un giocatore «che ha aperto la sua porta per cercare di fare conversazione nel corridoio con il suo compagno di allenamento», mentre un altro ha comprato cibo da asporto per gli amici sullo stesso piano.
Diversi giocatori, tra cui Sorana Cirstea e Belinda Bencic, si sono lamentati di non potersi allenare, e alcuni di loro hanno detto di non essere stati informati dell'esistenza di un isolamento totale nel caso di contatto con una persona positiva. “Se ci avessero parlato di questa regola, non avrei giocato in Australia”, ha postato su Twitter la romena Sorana Cirstea. Tiley ha detto che i giocatori erano consapevoli dei rischi: «Siamo stati molto chiari fin dall'inizio, ecco perché abbiamo raggruppato i giocatori in contingenti, c'era sempre il rischio che qualcuno risultasse positivo e dovesse passare 14 giorni in quarantena». Lo specialista del doppio Artem Sitak ha confermato di essere stato messo al corrente del rischio che tutti i passeggeri di un aereo fossero messi in quarantena. Il neozelandese ha sottolineato in un video che pochissimi giocatori erano presenti alla videoconferenza in cui, un mese fa, Tennis Australia li ha avvertiti della situazione.